Il tempo non scorre uguale per tutti

Questa settimana parlo del tempo. Perché mi sono fissato. Succede spesso quando non ne ho. La mancanza di tempo mi stimola a riflettere sulla necessità di averne di più. L’altro giorno ho avuto un problema in studio di primo mattino e sono andato in ritardo di quasi un’ora per il resto della mattinata. Mi spiace molto per i pazienti successivi. Da parte mia non ho potuto fare altro che scusarmi ma, nello stesso momento, ho deciso di annotarmi le diverse reazioni a questo inconveniente che ha fatto perdere del tempo a quattro persone completamente diverse.\r\n Una persona si è molto arrabbiata; aveva degli altri impegni e io, con il mio ritardo, ho provocato vari cambi di programma. È stato difficile, anche perché non ho potuto spiegare nulla di quello che stavo facendo o meglio, io ho spiegato, ma la paziente non era in grado di ascoltare una parola dal momento che la sua necessità era spostata verso le ore successive.\r\nUna persona mi ha detto che non c’era assolutamente problema, che non aveva impegni o particolari necessità e aveva trovato il modo

Ogni Volta.

Ogni volta che finisce un corso di formazione per il nostro studio, cerco di trarre qualche conclusione che possa essere utile per il futuro e possa dare delle indicazioni e delle linee guida per migliorare la nostra attività. In breve: abbiamo imparato qualcosa? Io direi di si.\r\n Dopo due anni dall’inizio di questo percorso abbiamo imparato innanzitutto a stare insieme e mi sembra già una bella cosa. Mi ricordo di come, all’inizio, fosse difficile persino sedersi in cerchio ed essere costretti a guardarsi in faccia forse. Per alcuni era la prima volta! Abbiamo imparato a parlare tra di noi rispettando ed essendo rispettati. Abbiamo creato un luogo protetto dove poter esprimere davvero quello che pensiamo senza il rischio di fraintendimenti e di ripercussioni all’esterno, per il fatto che all’esterno non è rimasto nulla, tutto è portato nella nostra sala corsi, tutto viene espresso lì e tutto rimarrà in quel posto. Fin da subito la maggior parte delle persone che hanno partecipato, hanno preso queste occasioni di incontro come una possibilità, come un’opportunità di crescita sia lavorativa che personale. Anche chi ha fatto

Osservare | Ricalcare | Scolpire | Comprendere (seconda parte)

Qual è ora il vantaggio o l’intento positivo che sta dietro alla pratica del ricalco delle emozioni?\r\n Pensiamo che esista un pregiudizio che ciò che è osservabile debba essere di per sé evidente. Ovviamente per quello che riguarda un semplice oggetto inanimato questo aspetto è abbastanza vero, tuttavia quando si tratta di persone, soprattutto se ammalate, quello che è osservabile non è evidente e inoltre la persona ammalata tende a evidenziare elementi che non sono del tutto obiettivi ma sono filtrati dalla personalità del malato stesso così come dal rapporto che quel tipo di malato ha con quell’osservatore. \r\n La mente del malato tende a filtrare tutto ciò che sottopone a chi osserva. Questo filtro è in funzione del tipo di mente del paziente ma soprattutto è funzione del rapporto che si instaura in negativo o in positivo tra quell’ammalato e quel medico. Non solo un paziente, a seconda di come si sente con un medico, ricorderà, dirà e mostrerà cose differenti ma il dentista a sua volta, a seconda del tipo di lavoro che avrà svolto a livello di

…ci si fanno i regali.

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A Natale ci si fanno i regali. È una tradizione. Risale fino agli antichi romani, per poi consolidarsi in epoca cristiana (i Re Magi hanno portato regali incredibili a Gesù bambino) e proseguire nel medioevo con San Nicola, di origine ortodossa, diventato Santa Claus per gli americani. Ma le tradizioni probabilmente sono tante altre. Diverse, così come sono diverse le culture da cui nascono. A me personalmente interessa poco sapere la vera origine o anche stare a dibattere sul Natale come puro inno al consumismo. Perché per me il Natale è sempre stato il momento dell’anno in cui ritrovare se stessi e condividere, attraverso un regalo ad amici e parenti, la gioia e la serenità ritrovate.\r\n Ci si ferma per un giorno, ci si guarda intorno e si scoprono tutte le persone vicine e si riparte per nuove avventure. I regali servono a testimoniare quanto stiamo bene con noi stessi e con il mondo. Non a testimoniare quanto ci sta simpatico il mondo e le persone che ci vivono. Una volta ho sentito che il passato è passato e non ha più niente a

Avanti Così!

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Questa sera il nostro studio si riunirà dopo il lavoro per passare qualche momento di festa insieme. Ogni anno diventa anche l’occasione per fare il punto della situazione. Non dal punto di vista tecnico organizzativo (per quello gli incontri durante tutto l’anno sono davvero tanti) ma dal punto di vista umano.\r\n Ci troviamo tutti per passare qualche ora insieme senza la corazza dei nostri camici o divise, ci stringiamo le mani senza i guanti che portiamo tutti i giorni, ci parliamo senza il filtro che la convivenza lavorativa richiede per poter svolgere al meglio il nostro compito. Siamo persone diverse questa sera? Penso di no. \r\n Dopo tanti anni di collaborazione abbiamo semplicemente imparato a conoscerci, ad avere a che fare gli uni con gli altri e anche a rispettarci. Quest’anno abbiamo fatto insieme un grossissimo lavoro per il nostro studio. Dopo tanto tempo passato a lavorare per i nostri pazienti e per l’organizzazione dell’azienda abbiamo iniziato a lavorare per noi, per rendere il posto dove passiamo tante ore della nostra vita un posto migliore. Anche se il lavoro da fare è ancora

Un Sorriso Per Tutti | Movimento non per caso

Un Sorriso Per Tutti Movimento non per caso - il blog del dottormic -

Un MOVIMENTO che non nasce per caso. Un sorriso per tutti significa qualcosa per me e per il nostro studio. È qualcosa che ha direttamente a che fare con il modo di interpretare il nostro lavoro.\r\n Noi in studio siamo un movimento che difende e promuove un’idea di salute, di bellezza e di benessere con una forte connotazione sociale. Ci crediamo. Questa idea in cui crediamo ha delle implicazioni su quello che facciamo. Di fatto la nostra idea ha delle conseguenze su un gruppo piuttosto vasto di persone che sono i nostri pazienti. Non potevo lasciare che una cosa cosi importante fosse lasciata al caso e ho deciso di condensare tutto quello che ho pensato e ho vissuto in questi anni in quattro parole “un sorriso per tutti” e di cercare di definire meglio il movimento che vi sta dietro. Non dobbiamo essere in tanti, almeno per ora, ma dobbiamo crederci. Dobbiamo pensare che la cooperazione di persone che credono in un obiettivo, e si comportano di conseguenza, è un atto estremamente positivo e porta alla realizzazione e all’ottenimento di risultati insperati. E non

Un Sorriso Per Tutti | UN_UNO_1

Un Sorriso Per Tutti UN UNO 1 - il blog del dottormic -

Uno, unico, univoco, tutti per uno, uno per tutti, tutti uno, tuttuno, unità, universale…\r\n Un sorriso per tutti inizia con l’1 e finisce con “tutti”. Penso che sia importante capire perché siamo unici. Perché siamo importanti e perché questo è fondamentale per stare in un movimento nel quale non ci deve essere gerarchia. La persona unica non è il capo, non sta in cima alla piramide ma è una persona importante per se stessa e dovrebbe esserlo anche per gli altri. Tutti dal nostro punto di vista siamo unici. Questa idea però non deve essere assimilata al concetto di uguaglianza. Non siamo tutti uguali. Soprattutto se vogliamo perseguire un obiettivo dobbiamo pensare che essere tutti uno nei confronti di quell’obiettivo non significa essere tutti uguali. Anche perché se fossimo tutti uguali non raggiungeremmo nessun obiettivo. Ognuno porta all’impresa la sua personale unicità e il concetto non deve essere quantitativo (cioè io sono più o meno di te) ma qualitativo misurato attraverso l’emozione che una persona riesce a creare in altre persone. \r\n Tutto viene giocato e risolto da questo concetto per

Punti di Vista

Punti di Vista - il blog del dottormic -

In questi giorni per l’ennesima volta, leggiamo della polemica tra chi vorrebbe festeggiare o ricordare il Natale come festa religiosa, chi vorrebbe che fosse ormai considerata una festa laica, chi vorrebbe che fosse del tutto abolita dai calendari in quanto festa che tende a generare polemica e utile solo a vendere qualche oggetto in più. In questa polemica poi entrano o rientrano regolarmente tutte le polemiche accessorie sulle tradizioni locali, i canti dei bambini, i crocefissi nelle scuole. La cosa più brutta in questa situazione è che ci si sente costretti ad uno schieramento. Bisogna decidere da che parte stare e il decidere da che parte stare prevede che la parte non scelta appartenga a qualcuno che come minimo è ignorante, malvagio e privo di strumenti per sapere dove sta la verità. La nostra verità, appunto.\r\n È da un po’ di tempo che quando sono di fronte a una situazione come questa, ripenso allo sforzo che abbiamo fatto in questi anni in studio per cercare di capire il punto di vista dell’altro (nel nostro caso il paziente). Capire il punto di

Il Diabete: parlare tanto

IL DIABETE Parlare tanto - il blog del dottormic -

Per l’ultimo appuntamento dedicato al diabete, ci chiediamo cosa possiamo fare NOI per curare al meglio un paziente che sa di essere ammalato.\r\n Innanzitutto bisogna parlare e tanto… \r\n Dobbiamo sapere con che tipo di diabete abbiamo a che fare e da quanto tempo il paziente soffre di questa malattia. Dobbiamo sapere come va con il controllo glicemico e se c’è un buon compenso e perché no, vogliamo che il paziente controlli la glicemia proprio prima di qualsiasi intervento chirurgico in studio. Voglio sapere i farmaci che il paziente assume regolarmente e soprattutto la dieta a cui si sottopone che, come si sa, è una cosa molto importante. Chi viene in studio può immaginare che cercheremo di aumentare al massimo il grado di igiene della bocca con terapie mirate, spiegando o rispiegando se fosse necessario l’importanza di NON avere una bocca infiammata. E poi voglio sapere chi è il diabetologo per poter parlare con lui e concordare terapie particolari al bisogno. Voglio controllare il paziente ogni tre mesi per il primo anno. E alla fine voglio parlare ancora coi pazienti per spiegare

Il Diabete: Lavorare insieme? La miglior soluzione

Il Diabete: Lavorare insieme? La miglior soluzione - il blog del dottormic -

Lo sapete che la superficie dei tessuti della bocca è pari a quella della pelle che va dal polso al gomito? L’infiammazione di una superficie così ampia può costituire una minaccia per l’intero organismo. Voi vi terreste una infiammazione del genere sul vostro braccio? Perché allora a volte vediamo delle bocche colpite da parodontite e infiammate senza che il paziente si preoccupi più di tanto? Dobbiamo eliminare questo tipo di infiammazione!\r\n Lavorare insieme è la migliore soluzione. \r\n Se ancora non foste convinti vi dirò che esiste un altro buon motivo per guarire dalla malattia parodontale. La parodontite è infatti una delle complicanze del diabete e, come spesso i miei pazienti sanno, proprio con questa patologia aumenta il rischio di sviluppare un’infezione. Quello che però è più sconosciuto è il fatto che le infezioni a loro volta possono peggiorare il controllo della glicemia e quindi del diabete. Addirittura la parodontite può peggiorare la sensibilità all’insulina. Quello che è importante è capire che guarire dalla parodontite significa non solo stare meglio dalle parti della bocca ma anche migliorare una condizione generale