Categoria: Attualità

Un post commentato…completo.

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Un post…commentato…completo. Chi mi conosce sa che non sono abituato a lamentarmi e a criticare ma preferisco trovare sempre una soluzione…questa volta vorrei la vostra opinione. (spero seriamente che qualcuno sappia cosa fare) Ieri, tornando da Napoli, in autostrada, dal cavalcavia numero 128 sulla A1, a 10 metri dalla mia auto si è schiantato a terra un bel pezzo di cemento armato proveniente dal ponte soprastante. Un piccolo (grande) spavento pensando al fatto che se fosse caduto sul parabrezza avrebbe fatto seri danni (all’auto, agli occupanti della vettura e magari a anche alle auto nelle vicinanze). Col cellulare ho chiamato subito l’ANAS e mi hanno risposto (anche gentilmente) che loro non c’entrano in quanto le strade a pedaggio non sono di loro competenza. Io ho fatto notare che il pezzo di cemento si è staccato da un cavalcavia che non è una strada a pedaggio ma mi hanno detto che comunque dovevo chiamare Autostrade per l’Italia e mi hanno fornito il numero gratuito (devo essere sincero, ho pensato al fatto che stavo viaggiando in autostrada a 130 km orari e

Liberazione, libertà.

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Ieri è stata la festa della liberazione. Cerco sempre di parlare con i miei figli di quello che succede nella società attorno a noi per avere un punto di vista diverso dal mio e, soprattutto, un punto di vista non condizionato dall’età. Sono giovani e vedono e vivono il loro mondo a modo loro e a me interessa. Devo dire che il tema “storico” della festa e i significati, anche politici, di tale ricorrenza non hanno destato particolare interesse o entusiasmo, mentre la riflessione tra di noi si è concentrata sul significato della parola libertà. Sempre più spesso negli ultimi anni assistiamo e leggiamo a conversazioni mediate dai social nelle quali dovrebbe essere rappresentato al meglio quello spirito di condivisione libera delle proprie idee. Purtroppo mi sono reso conto che non sempre questo accade o è possibile anzi, leggendo i commenti che accompagnano certe notizie o post, mi sono persuaso che la libertà di poter esprimere liberamente il proprio pensiero senza incorrere immediatamente in un giudizio personale non riceve grande gratificazione. Soprattutto quando, chi parla o chi dovrebbe fare buon

Buono o Cattivo?

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Ci siamo presi tre giorni di pausa. Pasquale. Dedicati totalmente allo stare insieme in famiglia e con amici. Ogni tanto si può e si deve. Quando ci sono queste riunioni io conto i bambini, li osservo, ci gioco e mi diverto. In questi giorni ho visto dei palloni, magliette sporche, alcune strappate, sudate, ho sentito ridere, piangere, gridare, litigare; ho visto correre, rotolarsi, cadere, rialzarsi, dormire, abbracciarsi. Qualche graffio, due sbucciature, un piccolo bernoccolo… Non ho visto neanche un telefonino, niente schermi touch, niente onde elettromagnetiche. Tutto sostituito da qualche raggio di sole, dall’erba del prato e dall’aria calda al sole e ancora fresca all’ombra. So che può sembrare una considerazione un po’ scontata e banale ma non posso nemmeno fare finta di non avere notato questa cosa. Non voglio nemmeno mettermi a fare considerazioni o a dare giudizi su cosa sia meglio o peggio, su cosa sia utile o non utile. Sui rapporti tradizionali contro quelli nel nuovo mondo digitale. Mi piace pensare che ogni momento della nostra vita sia un momento da vivere intensamente. Ogni volta che dobbiamo

La mongolfiera del primo di aprile

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Sabato è stato il primo di aprile. Il giorno in cui si fanno gli scherzi del pesce d’aprile. L’origine di questa usanza va fatta risalire con l’avvento del calendario gregoriano che stabiliva un nuovo inizio anno, venivano così derisi quegli “sbadati” che non si ricordavano o volevano rimanere attaccati a tradizioni ormai concluse. Tornando a N.O.I. sabato mattina nei cieli sopra lo studio è comparsa una mongolfiera. Bella a scacchi bianchi e blu, direi anche un po’ inquietante e maestosa nella sua grandezza che si percepiva anche ammirandola da terra. Ma sapete qual è il problema quando sopra i cieli dello studio passa una mongolfiera il primo di aprile? Nessuno, e dico nessuno, ti crede! Sono andato in giro dicendo: “Vieni a vedere, fuori dalla finestra c’è una mongolfiera!” e nessuno si muoveva. Tutti rimanevano al loro posto guardandomi con un misto di ironia e compassione per uno scherzo tanto stupido e scontato. Come a dire: “Secondo te ho scritto scemo sulla fronte?!”. Eppure la mongolfiera c’era, veramente. E così ho cominciato a pensare. Ho pensato che puoi avere una

E la memoria?

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Oggi ho notato una cosa. Ascolto la stessa radio tutti i giorni al lavoro da almeno 5 anni. Lo stesso programma che parla di salute, tutti i giorni. Ovviamente non si può pensare che per così tanto tempo vengano trovati dei nuovi argomenti. E infatti ogni tanto, ciclicamente, vengono riproposti e ridiscussi dei temi che sono già stati affrontati in passato. Sono pochi quelli che se ne ricordano, bisogna essere assidui frequentatori di una trasmissione, di un blog, di un sito facebook per accorgersi che a volte vengono riproposti dei temi già affrontati in precedenza. La memoria non viene rinnovata perché non c’è la necessità di ricordare. Oltre a questo, nello stesso periodo, mi sono accorto di come possa essere complesso andare su un social come Facebook e richiamare post molto datati che risalgono a qualche anno prima. Probabilmente è ritenuta una cosa inutile. I contenuti dei social tendono ad invecchiare e ad avere vita breve. Spariscono oppure diventano obsoleti in breve tempo, sovrastati da tonnellate, virtuali, di altri contenuti. E la memoria? Chi tiene la memoria storica di una

E’ Legale?

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Oggi vorrei tornare a parlare del tempo. L’ho già fatto in passato essendo un argomento che mi sta particolarmente a cuore. Lo scorso week-end è entrata in vigore l’ora legale, poco male, con i nuovi telefonini che si aggiornano automaticamente, neanche me ne accorgo più. Eppure quell’ora pesa sempre, sia quando viene persa, sia quando viene guadagnata. I primissimi giorni si percepisce chiaramente lo stacco tra come ci si sente e l’orario che si legge sui vari dispositivi; è strano, ci si sente stanchi quando bisognerebbe essere riposati, ci si sente svegli quando bisognerebbe andare al letto a riposare. Ci aspettiamo il buio e vediamo la luce e al contrario ci aspettiamo la luce quando è ancora buio. Quello che mi viene da pensare è quanto sia importante un’ora. A volte sottovalutiamo l’importanza del tempo “guadagnato”, di quanto sia importante la sua gestione perché sia anche tempo di qualità. Viviamo in un momento in cui la percezione del tempo è diventata una delle nuove scarsità e, di conseguenza, non se ne ha mai abbastanza. Inseriamo tutte le nostre azioni, tutto

Buona Giornata Mondiale

buona giornata mondiale - il blog del dottormic -

Oggi è la giornata mondiale di non so che cosa. L’ho appena sentito per radio, ho anche cercato di ascoltare qualche commento ma non mi ricordo davvero di cosa stavano parlando. Del resto so per certo che ieri era la giornata mondiale di qualcos’altro ed era anche la giornata europea di un argomento che non ricordo. Ormai ci siamo abituati e forse assuefatti, alla celebrazione di questo tipo di giornate. Alcune sono più importanti e significative, altre a volte sembrano uno scherzo ma ormai il denominatore comune di queste celebrazioni è la bassa capacità di suscitare qualcosa di più di un commento divertito su un Social. Certo, per alcuni operatori direttamente interessati a quell’argomento, le giornate saranno di capitale importanza ma per la maggior parte delle persone, che a volte è anche la parte di popolazione che subisce gli effetti discussi in quel giorno, l’argomento rimane sottotraccia e non lascia alcun segno, alcuna evidenza di un piccolo cambiamento nel modo di pensare o di conoscere il mondo che ci circonda. C’erano 365 posti disponibili per questo tipo di celebrazioni, anche

La Presenza del Mondo

la presenza del mondo - il blog del dottormic -

Recentemente, leggendo qua e là, ho appreso di come, uno dei problemi più ostici nel campo della robotica, sia quello di insegnare ad una macchina, in questo caso un robot, la presenza del mondo. Sembra una cosa scontata ma la macchina in questione dovrà essere dotata di sensori che vadano a sostituire quelli che noi conosciamo come i nostri cinque sensi. Tuttavia questo non basta. La macchina dovrà anche essere dotata di memoria per ricordare luoghi dove è già stata o situazioni che ha già vissuto. Infine dovrebbe anche essere dotata di un pochino di immaginazione per cercare di affrontare quei luoghi in cui non è mai stata e che ancora non ha avuto modo di sperimentare. Senza questi mezzi sarà impossibile per il robot interagire con il mondo, comunicare e creare interazione e collaborazione. Penso che sia facile per chiunque capire questo concetto e apprezzare la necessità di questo tipo di insegnamento che permetta lo sviluppo concreto di azioni per la realizzazione dei progetti di un’intera esistenza. E N.O.I. cosa sappiamo della presenza del mondo? Alla nascita siamo dotati

Lo Specchio Digitale

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Leggo, da Google My Business, che questo mese quasi 700 persone sono transitate per Google appunto, visualizzando la mia attività. A volte ci penso e mi viene in mente quando, uscendo di casa, controllo che tutto sia a posto: di non essere spettinato, di non avere macchie vistose sui vestiti, di indossare calzini dello stesso colore…se devo uscire e entrare in contatto con altre persone ci tengo che non ci siano elementi che potrebbero mettermi in imbarazzo o che potrebbero distrarre da una corretta e proficua comunicazione. Nel mondo digitale, senza che ce ne accorgiamo, siamo comunque esposti, in generale perché lo abbiamo scelto anche se a volte lo siamo senza rendercene conto. Centinaia di persone vedono foto, leggono gli scritti e si documentano su chi siamo. Non voglio qui parlare della reputazione digitale della quale ho già parlato in altri articoli, in questa occasione mi interessa capire se, ogni volta che metto una foto su internet o scrivo qualcosa o mi mostro al pubblico social, provo la stessa sensazione che sento quando mi sento in dovere di dare un’ultima

E poi arrivano le palme

e poi arrivano le palme - il blog del dottormic -

Di solito non parlo di attualità, non commento e in realtà non ho intenzione di farlo nemmeno questa volta. Non entrerò nel merito della questione ma, come piace a me, cercherò di capire qual è la forza e quali sono le motivazioni che muovono le persone. Su Facebook, per radio, in televisione, sui giornali si sentono commenti, pareri, si vedono persone discutere in modo più o meno animato, vengono lanciate accuse, si assiste a strenue difese, a scuse e a rimproveri. Quando assisto a questo tipo di manifestazione il mio pensiero va sempre ad Aristotele che osservava come fosse importante che le emozioni fossero appropriate. Pensava che il sentimento dovesse sempre essere proporzionato alla circostanza. Non so quanto, in questa vicenda, ci sia di proporzionato. Comunque sempre di emozioni si tratta. Nessuno nota le palme in quella piazza e allora vuol dire che le emozioni sono troppo tenui a testimoniare solo indifferenza e distacco. Oppure tutti le notano e si indignano e infuriano e allora le emozioni sfuggono al controllo (troppo facilmente), diventano estreme e persistenti. La soluzione sarebbe, forse