Categoria: Persone

È sempre tutto come prima…

È sempre tutto come prima - il blog del dottormic -

“È sempre tutto come prima, non cambia mai niente.” A volte mi capita di sentire questa affermazione in studio. La ascolto tra le righe, mi viene detta direttamente, mi viene riferita. A volte la sento dire da qualche paziente e a volte, forse, la sento dire da me stesso. Quando siamo di fronte ad una espressione di questo tipo, N.O.I. che cerchiamo di cambiare in continuazione per migliorare e che facciamo, proprio del cambiamento, uno dei nostri punti di forza, abbiamo due strade parallele che dobbiamo percorrere per porre rimedio o per cercare di interrompere questo pensiero. La prima strada prevede la possibilità di accettare che non siamo riusciti a far comprendere le nostre intenzioni positive. A volte abbiamo nella testa una grande idea, lavoriamo per realizzarla e poi ci accorgiamo che non viene capita solo quando ci rendiamo conto che non siamo stati capaci o non abbiamo investito il tempo adeguato per far si che tutti la capissero. Tra le tante cose che dobbiamo fare, quando scegliamo di portare avanti dei progetti, è assicurarci che tutti capiscano le nostre

La Presenza del Mondo

la presenza del mondo - il blog del dottormic -

Recentemente, leggendo qua e là, ho appreso di come, uno dei problemi più ostici nel campo della robotica, sia quello di insegnare ad una macchina, in questo caso un robot, la presenza del mondo. Sembra una cosa scontata ma la macchina in questione dovrà essere dotata di sensori che vadano a sostituire quelli che noi conosciamo come i nostri cinque sensi. Tuttavia questo non basta. La macchina dovrà anche essere dotata di memoria per ricordare luoghi dove è già stata o situazioni che ha già vissuto. Infine dovrebbe anche essere dotata di un pochino di immaginazione per cercare di affrontare quei luoghi in cui non è mai stata e che ancora non ha avuto modo di sperimentare. Senza questi mezzi sarà impossibile per il robot interagire con il mondo, comunicare e creare interazione e collaborazione. Penso che sia facile per chiunque capire questo concetto e apprezzare la necessità di questo tipo di insegnamento che permetta lo sviluppo concreto di azioni per la realizzazione dei progetti di un’intera esistenza. E N.O.I. cosa sappiamo della presenza del mondo? Alla nascita siamo dotati

Lo Specchio Digitale

lo specchio digitale - il blog del dottormic -

Leggo, da Google My Business, che questo mese quasi 700 persone sono transitate per Google appunto, visualizzando la mia attività. A volte ci penso e mi viene in mente quando, uscendo di casa, controllo che tutto sia a posto: di non essere spettinato, di non avere macchie vistose sui vestiti, di indossare calzini dello stesso colore…se devo uscire e entrare in contatto con altre persone ci tengo che non ci siano elementi che potrebbero mettermi in imbarazzo o che potrebbero distrarre da una corretta e proficua comunicazione. Nel mondo digitale, senza che ce ne accorgiamo, siamo comunque esposti, in generale perché lo abbiamo scelto anche se a volte lo siamo senza rendercene conto. Centinaia di persone vedono foto, leggono gli scritti e si documentano su chi siamo. Non voglio qui parlare della reputazione digitale della quale ho già parlato in altri articoli, in questa occasione mi interessa capire se, ogni volta che metto una foto su internet o scrivo qualcosa o mi mostro al pubblico social, provo la stessa sensazione che sento quando mi sento in dovere di dare un’ultima

Mi sono fatto una domanda

mi sono fatto una domanda - il blog del dottormic -

Mi sono fatto una domanda. Una persona viene da me e mi dice che fa fatica a dormire, che dorme male, russa e poi di giorno è stanca, si addormenta per nulla, è irritabile. Magari è in sovrappeso (in realtà le ricerche ci dicono che tutti siamo un po’ in sovrappeso), fuma, mangia in modo sregolato a orari non corretti. Non fa attività fisica regolare. Cosa devo dire a questa persona? L’unico modo attraverso il quale posso esserle d’aiuto è mettendo in discussione tutte le sue idee. Tutti i pensieri che l’hanno portata ad avere questo tipo di problemi. Ma non si tratta di vero aiuto. La persona che ho di fronte non può essere aiutata da me perché la prima cosa che deve fare è quella di essere messa in discussione. Se questa persona accetta di essere messa in discussione allora sarà in grado di guardarsi per la prima volta, non attraverso gli occhi di un altro ma attraverso i propri occhi. Solo in questo momento riuscirà ad auto osservarsi come se si guardasse dall’estero per la prima volta.

Abbiamo imparato?

abbiamo imparato - il blog del dottormic -

Per tanti anni la migliore strategia che mi è venuta in mente per affrontare tutte le prove della vita è stata: fai le cose e vedi di non sbagliare. Non scherzo. Pensateci. Probabilmente anche voi a casa, a scuola, sul lavoro avete avuto l’impressione di dover fare qualcosa che non avevate ben capito e che non vi venisse concessa, o meglio non fosse nemmeno contemplata, la possibilità di sbagliare. Come pena per lo sbaglio (probabilmente inevitabile in queste condizioni) una camionata di sensi di colpa, un’offerta speciale di insicurezza e per finire l’immancabile sensazione di non avere imparato nulla. Mi ci sono voluti anni per capire che quello non solo non poteva essere il sistema corretto per raggiungere gli obiettivi ma anche che con un tale metodo non avrei mai potuto essere felice nel fare qualcosa di veramente utile per me e per gli altri. Poi un giorno, con l’aiuto di libri, corsi, conferenze, conoscenze, esempi, frequentazioni, discussioni e quant’altro ho cominciato a scoprire il vero significato dell’educazione. Ho cominciato a riconoscere i corsi in cui mi veniva impartito qualcosa

Connessione Emotiva

connessione emotiva - il blog del dottormic -

A volte commetto ancora l’errore di considerare la mia professione dal punto di vista della tecnica. È più forte di me. Ci ho messo tanto ad imparare, ad allenarmi, a sentire mio il modo di trattare la materia che costituisce la parte pratica della mia professione. Oggi sono sicuro che questo non basta. Posso portare il livello della mia conoscenza sempre più in alto, aumentare con l’esercizio la mia abilità nel fare ma potrei correre il rischio di allontanarmi dalle persone alle quali dovrei essere più vicino. La connessione emotiva copre almeno il 50% della relazione tra me e i miei pazienti, a volte assume un’importanza fondamentale, in grado di mettere totalmente in secondo piano il resto della mia conoscenza. Da qualche parte ho letto: “Gli altri non ricorderanno sempre quello che hai detto. Non ricorderanno sempre quello che hai fatto e come lo hai fatto. Ma ricorderanno sempre come li hai fatti sentire”. Dobbiamo stimolare le persone che ci stanno davanti (pazienti compresi) sul piano visuale “parlando” con la nostra faccia, le nostre espressioni. Dobbiamo stimolarli sul piano intellettuale

Dal Pensiero alla Personalità

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Dottore ha visto? Tre gravidanze, tre denti persi! Cosa ci vuole fare? È così. Anche mia madre ha avuto lo stesso problema… Questo dialogo non rappresenta la routine di tutti i giorni. Ma, se penso a tanti altri pensieri più o meno negativi che affliggono i nostri pazienti, mi rendo conto che c’è ancora molto da fare per impedire che un pensiero sbagliato porti ad un atteggiamento, addirittura ad un modo di pensare, altrettanto sbagliato. Una convinzione tale da causare dei danni irreparabili alla salute della bocca di chi la pensa in questo modo. Il problema, per N.O.I. che ci occupiamo della salute dei nostri pazienti, risiede nel fatto che questo tipo di patologia non può in alcun modo essere curato con strumenti chirurgici o con materiali all’avanguardia o con attrezzature digitali e ultramoderne. Se penso che la gravidanza mi possa causare la perdita di un dente e ne sono convinta allora non mi preoccuperò certo di prepararmi ai nove mesi che mi aspettano, facendo un controllo dopo una accurata seduta di igiene orale nella quale l’igienista mi darà tante

E poi arrivano le palme

e poi arrivano le palme - il blog del dottormic -

Di solito non parlo di attualità, non commento e in realtà non ho intenzione di farlo nemmeno questa volta. Non entrerò nel merito della questione ma, come piace a me, cercherò di capire qual è la forza e quali sono le motivazioni che muovono le persone. Su Facebook, per radio, in televisione, sui giornali si sentono commenti, pareri, si vedono persone discutere in modo più o meno animato, vengono lanciate accuse, si assiste a strenue difese, a scuse e a rimproveri. Quando assisto a questo tipo di manifestazione il mio pensiero va sempre ad Aristotele che osservava come fosse importante che le emozioni fossero appropriate. Pensava che il sentimento dovesse sempre essere proporzionato alla circostanza. Non so quanto, in questa vicenda, ci sia di proporzionato. Comunque sempre di emozioni si tratta. Nessuno nota le palme in quella piazza e allora vuol dire che le emozioni sono troppo tenui a testimoniare solo indifferenza e distacco. Oppure tutti le notano e si indignano e infuriano e allora le emozioni sfuggono al controllo (troppo facilmente), diventano estreme e persistenti. La soluzione sarebbe, forse

Irrazionale

irrazionale - il blog del dottormic -

A volte facciamo scelte irrazionali. Non usiamo la ragione. Non pensiamo alle cose e alle loro conseguenze dirette o indirette. Spesso, per quel che riguarda la salute, facciamo così. Non ce ne curiamo, non ci pensiamo e alla fine ci spaventiamo quando le cose diventano irrecuperabili e a quel punto tendiamo ad agire in modo irragionevole cedendo a istinti che derivano da un repertorio emozionale antico e per questo poco adatto a rispondere alle esigenze del mondo attuale. La domanda ora è questa: se non usiamo la ragione per guidare un nostro comportamento, allora cosa usiamo? Perché comunque, in un modo o nell’altro, quelle decisioni le prendiamo e agiamo di conseguenza. Quindi una sorta di pilota ci deve pur essere! Ebbene, nel momento in cui la ragione si rifiuta di fare da pilota, deve per forza intervenire il suo diretto sostituto: l’emozione. Se il ragionamento fila (quindi sto provando ad usare la ragione), quando la ragione cede la conduzione alle emozioni, automaticamente facciamo scelte irrazionali. Non è così o meglio non è sempre così. Di certo c’è che quando dobbiamo

Mentire non serve se sai come dire la verità

Mentire non serve…se sai come dire la verità - il blog del dottormic -

Ogni medico dovrebbe coltivare la fine arte del mentire. Non l’ho detto io e non sono molto d’accordo ma comincio da qui. Comunicare le cattive notizie per un medico è in assoluto uno dei compiti più difficili e ingrati che deve affrontare nella pratica quotidiana. Da un lato c’è il problema che mentire è difficile, non è naturale (o forse per alcuni sì, ma non è questo il problema). Mentire richiede delle motivazioni talmente forti da contrastare quella vocina che avrebbe qualcosa da obiettare quando utilizziamo questa soluzione. Dall’altro lato c’è il problema della incapacità di gestire la comunicazione di una cattiva notizia dal punto di vista relazionale. Si rischia sempre di confondere la paura di generare delle emozioni negative troppo forti e intense nel paziente con la paura di non essere capaci di gestirle. Scappiamo di fronte a questa paura e spesso ci sottraiamo, anche inconsapevolmente, al dovere di informare il paziente dando l’impressione di essere distaccati e freddi o addirittura incompetenti. Mi secca molto, mi spaventa dire, a un paziente che perderà un dente, specie se niente gli