FARE FINTA CHE NULLA SIA SUCCESSO (PARTE II)

fare finta che nulla sia successo - il blog del dottormic -

Dallo scorso articolo:”In questo periodo in studio, una volta capita l’importanza del nostro lavoro, abbiamo deciso di non chiudere mai e di garantire sempre il nostro servizio e allo stesso tempo abbiamo dovuto fare una scelta impedendo che le persone più fragili dello studio continuassero a frequentarlo, favorendo il lavoro di chi era più adatto a svolgerlo e che si è impegnato di più anche per sostituire chi non poteva esserci.

E abbiamo lavorato seguendo regole nuove ma allo stesso tempo antiche come il mondo che conoscevamo con ancora maggiore attenzione a tutte quelle buone pratiche legate alla disinfezione degli ambienti e alla selezione di chi potesse frequentare lo studio senza pericolo rimandando le cure per chi non poteva essere accolto in sicurezza cercando comunque di offrire un aiuto. E poi abbiamo monitorato la situazione, abbiamo fermato i lavoratori che non potevano essere ammessi al lavoro e li abbiamo riaccolti quando è stato possibile. Abbiamo anche formato e allineato tutte le persone alle nuove regole in modo da remare tutti dalla stessa parte.

Abbiamo preso grande consapevolezza di quello che facciamo e dell’energia e della fatica che ci costa farlo bene.

Non vogliamo tornare indietro.

Vogliamo continuare ad accogliere tutte le persone che credono nella cura della propria salute e vogliono investire tempo, energie e denaro per farlo. Abbiamo deciso di essere inflessibili nel rifiutare di accogliere chi invece pensa di trovare facili soluzioni, brevi e a buon mercato. Questo periodo ha aiutato tutti a dare la giusta importanza al proprio tempo, alle proprie relazioni, al proprio lavoro, alle proprie aspirazioni.

N.O.I. ricominciamo da questo, con più voglia ed energia di prima.

Siamo cambiati rimanendo noi stessi.
Ci laviamo più spesso le mani ma le mani che laviamo sono sempre le stesse.
Abbiamo cambiato il modo di accogliere le persone ma le persone che accogliamo sono sempre le stesse.
Ci vestiamo con camici differenti e utilizziamo mascherine diverse ma sotto rimaniamo gli stessi medici, assistenti e segretarie che hanno lavorato per vent’anni con dedizione e passione.

Non facciamo finta che niente sia successo ma andiamo avanti con maggiore determinazione perché la prossima volta non ci colga ancora impreparati.

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