Punti di Vista

Punti di Vista - il blog del dottormic -

In questi giorni per l’ennesima volta, leggiamo della polemica tra chi vorrebbe festeggiare o ricordare il Natale come festa religiosa, chi vorrebbe che fosse ormai considerata una festa laica, chi vorrebbe che fosse del tutto abolita dai calendari in quanto festa che tende a generare polemica e utile solo a vendere qualche oggetto in più. In questa polemica poi entrano o rientrano regolarmente tutte le polemiche accessorie sulle tradizioni locali, i canti dei bambini, i crocefissi nelle scuole. La cosa più brutta in questa situazione è che ci si sente costretti ad uno schieramento. Bisogna decidere da che parte stare e il decidere da che parte stare prevede che la parte non scelta appartenga a qualcuno che come minimo è ignorante, malvagio e privo di strumenti per sapere dove sta la verità. La nostra verità, appunto.\r\n

È da un po’ di tempo che quando sono di fronte a una situazione come questa, ripenso allo sforzo che abbiamo fatto in questi anni in studio per cercare di capire il punto di vista dell’altro (nel nostro caso il paziente). Capire il punto di vista significa innanzitutto ascoltare quello che una persona ha da dire, senza pensare minimamente a cosa penseremmo o diremmo noi in quella situazione e, una volta ascoltato, accettare il punto di vista di quella persona come qualcosa di veramente importante per lei. A questo punto se ci interessa veramente cominciare a dialogare, dobbiamo far diventare quella cosa importante anche per noi. Sia che ci sembri giusta sia che ci sembri sbagliata. Mi viene in mente la situazione in cui chiedono a due persone se i camion sulla strada sono grandi o piccoli. La persona che sta al primo piano dell’edificio risponderà che i camion sono enormi mentre la persona che sta al ventesimo piano ci dirà che i camion sono piccoli. Due verità che, dal punto di vista di chi risponde, sono assolute e incontrovertibili. Le due persone potrebbero stare al telefono ore e discutere fino allo sfinimento senza riuscire a trovare un accordo. Oppure potrebbero scambiarsi di posto e allora capirebbero, ma lo scambio costerebbe fatica e dovrebbero abbandonare le loro postazioni così comode. Oppure potrebbero smettere di telefonarsi e fare finta che l’altro e la sua opinione non siano mai esistiti.

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C’è un’altra soluzione? Io penso di si e per spiegarla uso una frase che ho appena letto di Ralph Waldo Emerson: Riuscire a rimanere se stessi in un mondo che cerca costantemente di cambiarci è il successo più grande”

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Significa che i due personaggi sul grattacelo potrebbero tranquillamente telefonarsi, ascoltarsi e parlare. Dovrebbero rimanere se stessi, senza sentirsi obbligati a discutere per far prevalere la propria idea perché rimanere se stessi non significa avere ragione ma significa pensare che l’idea di ognuno sia importante come la nostra. Non dovrebbero nemmeno cambiare posizione ascoltando chi cerca ogni giorno di convincerci che una soluzione ottimale sarebbe che due persone per dialogare devono per forza cambiare la loro posizione rinunciando a quello che hanno sempre pensato.

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Secondo me dovrebbero semplicemente accettare come importante la posizione dell’altro. Ci siamo evoluti e naturalmente desideriamo e cerchiamo la sicurezza. Sentiamo il bisogno di qualcosa di stabile su cui fare affidamento. Ma la sicurezza e la stabilità non stanno nell’avere ragione e nel prevaricare sull’altro con le nostre idee e le nostre convinzioni immutabili. La sicurezza sta nell’essere se stessi e nell’accettare che anche gli altri siano se stessi e, grazie a questo, diversi da noi. Non rinunciare a essere se stessi significa accettare che non ci sia un crocefisso dove vorremmo che fosse o che non si canti una canzone come e quando vorremmo perché quel crocefisso e quella canzone sono comunque dentro di noi nel posto più sicuro che conosciamo. E dall’altra parte significa accettare che ci sia un crocefisso e si canti una canzone perché quell’immagine e quel canto non intaccheranno mai quello che sentiamo essere importante per noi.

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Io e i miei figli quest’anno faremo il presepe, sicuri che, chi non è d’accordo, sarà comunque contento per noi.

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