La prima cosa che ricordo riguardo il mio lavoro risale a quando ho deciso di fare esattamente questo lavoro. Non ricordo il momento esatto perché forse, quel momento, non c’è mai stato. Da quando mi ricordo ho sempre voluto fare il dentista. Mi ha sempre affascinato quel misto di sapere e saper fare che offre ogni giorno la mia professione. E così, dopo aver conseguito la maturità classica, mi sono iscritto a medicina con l’idea di specializzarmi, in seguito, in odontoiatria. Purtroppo, dopo cinque anni, ho scoperto all’improvviso che il nostro Stato, recependo una normativa a livello europeo, aveva abolito, per i medici, la possibilità di specializzarsi in campo odontoiatrico e così ho dovuto ricominciare da capo e, nel 1995, iscrivermi alla facoltà di odontoiatria e protesi dentaria. Un po’ mi spiace per il tempo “sprecato” a medicina anche se sono tuttora convinto che la formazione medica ricevuta nei primi cinque anni della mia carriera universitaria mi sia ancora di grande aiuto.
Nel 2000, finalmente, mi sono laureato in odontoiatria, insieme a mia sorella Francesca e seguito, dopo qualche anno dalla sorella più piccola Mariagiovanna. Un altro aspetto interessante che deriva da questa situazione sta nel fatto che, avendo poco da fare nei primi anni del secondo corso di laurea, ho potuto dedicare del tempo alla gestione dello studio di famiglia da un punto di vista esterno, non essendo ancora coinvolto nell’area clinica.
Questo fatto mi ha permesso di osservare tutto quello che succedeva in studio, senza avere il problema di essere un produttore impegnato nella gestione quotidiana dei problemi clinici. Ho osservato per anni dall’esterno le dinamiche di gestione e il comportamento delle persone che collaboravano con lo studio e dei pazienti che negli anni lo hanno frequentato. Tutto questo mi ha molto aiutato una volta entrato a far parte dello studio a tutti gli effetti. Non si può capire veramente perché fai una cosa se non capisci che effetto avrà ciò che fai sulle persone che ti stanno vicino.
Facciamo tutti i giorni e tutto il giorno quello che sappiamo fare.
Non è difficile. Quello che è complicato è far sì che le persone che ricevono il nostro servizio capiscano e siano consapevoli del valore che quel servizio può rappresentare per la loro vita. Ogni Blog, nel suo intento di comunicare qualcosa, dovrebbe avere uno scopo.
Lo scopo del mio Blog è aiutare le persone a capire che non è importante il tipo di cura che viene offerto ma come quella cura viene offerta e perché quella determinata cura potrebbe essere utile. Un blog per la consapevolezza, per capire e andare al di là del servizio che viene offerto, un viaggio intimo e senza barriere alla ricerca della vera essenza del rapporto tra una famiglia di medici e i propri pazienti.