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N.O.I. vi vogliamo bene

noi vi vogliamo bene - il blog del dottormic -

La prima regola per cominciare a volerci bene è una regola un po’ contro intuitiva ma importantissima. Significa che per cominciare a volerci bene non dobbiamo per forza fare delle cose che non abbiamo mai fatto ma dovremmo smettere di fare delle cose che ci fanno male e che facciamo tutti i giorni. Per capire come individuare gli atteggiamenti sbagliati, per prima cosa dovremmo iniziare a stendere una lista dei comportamenti che potrebbero danneggiare la salute della nostra bocca. Sappiamo tutti che mangiare i dolci e non lavarsi i denti fa male, sappiamo che spazzolare con troppa forza rovina i denti, sappiamo anche che fumare rovina i denti ed è molto dannoso per le gengive, sicuramente ci hanno detto che non bisogna evitare di utilizzare il filo interdentale, e sappiamo che le bevande gassate indeboliscono lo smalto così come non andare regolarmente dal dentista potrebbe essere un problema. Ognuno potrebbe stendere la sua lista personale di comportamenti che rovinano i denti e la salute della bocca. Fatta la lista potremmo cercare, trovare (molto probabile) e cerchiare i comportamenti dannosi che

Vogliamoci Bene

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Qualche giorno fa ho parlato del mese della prevenzione dentale e di come non fossi d’accordo sul fatto di considerare la prevenzione importante solo un mese all’anno. Ora mi chiedo anche qual è il significato vero della prevenzione. Se vogliamo bene a qualcuno la prima cosa che pensiamo è quella di evitare che gli succeda qualcosa di male. Non vogliamo che soffra, non vogliamo che si ammali, vogliamo che possa vivere una vita serena senza dover affrontare particolari problemi. Faremmo di tutto per evitare queste cose. Se vogliamo bene a qualcuno vorremmo fosse possibile prevenire malanni di ogni tipo. La prevenzione, soprattutto quando riguarda la salute, è quel comportamento che mira proprio a ridurre la possibilità che una malattia si manifesti. Questo ci sembra scontato e facile da capire quando pensiamo alle persone a cui vogliamo bene. La mia domanda è: perché siamo così poco propensi a volte ad adottare comportamenti per prevenire problemi di salute che riguardano direttamente noi. La nostra campagna di prevenzione quest’anno sarà dedicata proprio all’idea di cominciare a volere bene a noi stessi. Se ci

E’ sempre il mese della Prevenzione

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Ieri è iniziato ottobre che, qualcuno lo avrà sicuramente sentito dire, è tradizionalmente il mese della prevenzione dentale. È sicuramente un’iniziativa importante che permette a molti di venire a conoscenza e di capire l’importanza della prevenzione ma con una importante precisazione: la prevenzione si conosce a ottobre e continua per tutta la vita. A mio parere parlare del mese o della giornata della prevenzione è una contraddizione in termini. La prevenzione infatti è un grosso contenitore dove si trovano informazioni, educazione, azioni e comportamenti che non possono e non devono esaurirsi in un solo giorno o in un solo mese ma devono entrare a far parte della quotidianità e della vita di tutti i giorni. In studio da tempo non parliamo più di prevenzione ma di programma. Il paziente, in modo consapevole, deve prendere in mano la propria salute e farsi accompagnare dai medici in un percorso personalizzato e dedicato, fatto di buoni comportamenti e cure che lo aiuteranno a stare in salute il più a lungo possibile. Prevenire significa prima di tutto conoscere le cattive abitudini e i comportamenti

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Il paziente per noi è un cliente speciale. Recentemente ho scritto un piccolo elenco che descrive alcune delle principali caratteristiche del paziente che si siede sulla poltrona del dentista: ha paura sente dolore ha un disagio ha difficoltà a esprimersi non ha tempo non conosce la situazione è preoccupato dalla spesa Questo identikit, anche se sommario e sicuramente incompleto, mi fa capire che chi si siede sulla mia poltrona non è esattamente paragonabile a chi va alla domenica a comprare divani in offerta. Non è proprio la stessa cosa. Se questa persona ha un bisogno e io voglio risolverlo, devo capire esattamente il bisogno e tutte le problematiche che ci stanno attorno. Non si può lasciare nulla al caso, non si possono tralasciare particolari e non si può dare nulla per scontato. Per fare questo dobbiamo parlare e parlare molto, ascoltarci e capire le esigenze l’uno dell’altro. Questo momento è forse l’aspetto più complesso che dovremo affrontare in tutto il piano di cura. La relazione che si stabilisce ora tra medico e paziente è fondamentale. Nessun altro vi farà domande

Come una mela

La cura è come una mela che ci dividiamo. Il medico ne prende una parte e il paziente ne prende un’altra. Io medico do il mio tempo per svolgere le cure e il paziente mette il suo tempo nel presentarsi regolarmente in studio per ricevere cure e controlli. Io ci metto la responsabilità nell’ascoltare le esigenze del paziente e trovare il miglior piano di cura possibile per lui in quel momento e il paziente ci mette la sua responsabilità nell’ascoltare le indicazioni e nel seguire il programma concordato. Lo studio mette a disposizione tutti i suoi programmi per mantenere lo stato di salute della bocca prima, durante e dopo le cure e i pazienti mettono la loro costanza nel seguire il programma più adeguato. Lo studio ci mette il rispetto della migliore etica professionale cercando sempre la migliore soluzione tecnologica e i pazienti ci mettono la loro etica comportamentale nel rispettare le scadenze dei pagamenti e i prezzi concordati in partenza. Lo studio ci mette tutta l’energia necessaria per comunicare al massimo tutte le iniziative e le informazioni utili per una

E’ permesso?

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Parliamo ancora di privacy o meglio della nuova legge sulla privacy. Per svolgere al meglio il nostro lavoro di tutti i giorni, un lavoro medico, dobbiamo raccogliere informazioni personali sui nostri pazienti. A volte sono informazioni o dati che vengono definiti sensibili e cioè che riguardano la sfera privata e intima della persona e che possono essere raccolti e utilizzati solo ed esclusivamente per aiutare il medico a scegliere e a portare avanti il miglior trattamento possibile per quel paziente. Questo implica due cose o meglio tre. La prima è che possiamo chiedere e detenere informazioni sul paziente solo al fine di svolgere al meglio il nostro piano di cura e per nessun altro fine. La seconda riguarda il fatto che le informazioni che ci servono devono essere pertinenti al progetto di cura che abbiamo in mente per i pazienti. Per esempio, ho la necessità di avere in archivio il numero di telefono privato di un paziente perché devo poterlo contattare tempestivamente in caso di bisogno per fissare o spostare un appuntamento o per avvertirlo della necessità di assumere o

Il sorriso sociale

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Ho letto recentemente che esistono più tipi di sorrisi ma prima facciamo un passo indietro. Il sorriso è un potentissimo mezzo di comunicazione. Per sorridere vengono impiegati decine di muscoli. Tutti noi sappiamo come sia difficile se non impossibile imbrogliare con un sorriso, siamo dotati di antenne per capire se un sorriso esprime realmente lo stato d’animo della persona che ci sta di fronte. Imbrogliare con il tono della voce e con le parole è molto più semplice. Recentemente quindi ho scoperto che il sorriso che noi usiamo per comunicare viene definito sorriso sociale ed è quel sorriso che si fa in risposta a una o più persone. Il sorriso sociale può essere di tre tipi: il sorriso di gratificazione che si utilizza per comunicare all’altra persone che si apprezza ciò che ha appena detto o fatto. C’è poi il sorriso di affiliazione che trasmette all’altro la propria vicinanza emotiva e la propria empatia. Il terzo è il sorriso di superiorità che usiamo per comunicare la nostra posizione di dominanza. A questo punto mi sembra scontato dover dire che c’è

Abitudinario…per scelta

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Sto per partire per il mare, sarà una cosa brevissima, devo sistemare le ultime cose per una piccola casa che ho comprato in Sicilia. Sarà la mia meta per un bel po’ di tempo. Per 20 anni sono andato al mare con i miei genitori, sull’adriatico a San Benedetto del Tronto, poi il cambio e, per altri dieci anni, la montagna sempre nello stesso posto in Trentino. Oggi stavo ascoltando alla radio le destinazioni degli ascoltatori per le vacanze e mi sono stupito della estrema varietà dei luoghi e delle scelte. C’è chi non va mai nello stesso posto, chi cambia continuamente, città, mare, montagna, vicino , lontano, lontanissimo, oriente, occidente, nord e sud. Un pochino li ho invidiati, io non sarei capace di adattarmi ogni volta, di ricominciare a gustare un luogo per poi pensare subito ad un altro. Sono un abitudinario che vede nell’abitudine non la noia o la mancata possibilità di fare esperienze nuove ma la possibilità di coltivare luoghi e persone, di costruire basi su cui sentirsi più saldo. Mi innamoro di un luogo e nascono

Arrivederci giugno

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Ma com’è successo che giugno è quasi finito? In un attimo è arrivato luglio e in studio abbiamo cominciato la turnazione per le vacanze estive. Per N.O.I. è importante continuare a erogare i nostri servizi senza interruzione ma abbiamo anche bisogno di riposo. Come molti dei nostri pazienti sanno, abbiamo messo in pratica, ormai da molti anni, la strategia dei turni per cui andiamo in vacanza in periodi differenti avendo così la possibilità di rimanere sempre aperti, anche nel periodo di agosto. Questo sappiamo essere un grosso vantaggio per i pazienti che non trovano lo studio chiuso e hanno la sicurezza di poter usufruire del servizio e dell’assistenza in tutti i periodi dell’anno. Tuttavia questa gestione ha bisogno anche di un po’ di pazienza da parte di quelle persone che hanno bisogno di un appuntamento e in quel periodo, il dottore o la dottoressa che normalmente li curano, sono assenti. Magari facciamo aspettare un po’ di più, qualche volta abbiamo bisogno di mettere una pezza in attesa che torni il responsabile delle cure per quel paziente ma abbiamo comunque la

Trasparenza

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Questa settimana, durante la convention di 1SorrisoXTutti, abbiamo avuto il primo incontro con l’avvocato che si occupa di allineare lo studio alle nuove norme che regolano la gestione dei dati personali dei pazienti. Da pochi giorni è infatti entrata in vigore la nuova legge europea sulla privacy. All’inizio, come tutte le nuove incombenze, questa recente modifica della legge che comporta non pochi oneri da parte di chi come noi, usa e gestisce dati sensibili, ci è sembrata l’ennesimo obbligo inutile e dispendioso a cui sottostare. In realtà abbiamo scoperto che non è così. La nostra privacy è molto importante e tutti dobbiamo imparare a considerarla come tale e a curarla in modo responsabile. In queste settimane scriverò alcuni articoli con i quali mi piacerebbe condividere non tanto l’aspetto normativo quanto l’impatto che questo decreto avrà o dovrebbe avere sulle nostre vite. Un concetto che mi ha colpito è quello della trasparenza. Per un’azienda come il nostro studio è una grande opportunità per far vedere ai nostri pazienti come trattiamo i loro dati e che uso ne facciamo. Se da un