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È sempre tutto come prima…

È sempre tutto come prima - il blog del dottormic -

“È sempre tutto come prima, non cambia mai niente.” A volte mi capita di sentire questa affermazione in studio. La ascolto tra le righe, mi viene detta direttamente, mi viene riferita. A volte la sento dire da qualche paziente e a volte, forse, la sento dire da me stesso. Quando siamo di fronte ad una espressione di questo tipo, N.O.I. che cerchiamo di cambiare in continuazione per migliorare e che facciamo, proprio del cambiamento, uno dei nostri punti di forza, abbiamo due strade parallele che dobbiamo percorrere per porre rimedio o per cercare di interrompere questo pensiero. La prima strada prevede la possibilità di accettare che non siamo riusciti a far comprendere le nostre intenzioni positive. A volte abbiamo nella testa una grande idea, lavoriamo per realizzarla e poi ci accorgiamo che non viene capita solo quando ci rendiamo conto che non siamo stati capaci o non abbiamo investito il tempo adeguato per far si che tutti la capissero. Tra le tante cose che dobbiamo fare, quando scegliamo di portare avanti dei progetti, è assicurarci che tutti capiscano le nostre

Connessione Emotiva

connessione emotiva - il blog del dottormic -

A volte commetto ancora l’errore di considerare la mia professione dal punto di vista della tecnica. È più forte di me. Ci ho messo tanto ad imparare, ad allenarmi, a sentire mio il modo di trattare la materia che costituisce la parte pratica della mia professione. Oggi sono sicuro che questo non basta. Posso portare il livello della mia conoscenza sempre più in alto, aumentare con l’esercizio la mia abilità nel fare ma potrei correre il rischio di allontanarmi dalle persone alle quali dovrei essere più vicino. La connessione emotiva copre almeno il 50% della relazione tra me e i miei pazienti, a volte assume un’importanza fondamentale, in grado di mettere totalmente in secondo piano il resto della mia conoscenza. Da qualche parte ho letto: “Gli altri non ricorderanno sempre quello che hai detto. Non ricorderanno sempre quello che hai fatto e come lo hai fatto. Ma ricorderanno sempre come li hai fatti sentire”. Dobbiamo stimolare le persone che ci stanno davanti (pazienti compresi) sul piano visuale “parlando” con la nostra faccia, le nostre espressioni. Dobbiamo stimolarli sul piano intellettuale

Dal Pensiero alla Personalità

il blog del dottormic - dal pensiero alla personalità -

Dottore ha visto? Tre gravidanze, tre denti persi! Cosa ci vuole fare? È così. Anche mia madre ha avuto lo stesso problema… Questo dialogo non rappresenta la routine di tutti i giorni. Ma, se penso a tanti altri pensieri più o meno negativi che affliggono i nostri pazienti, mi rendo conto che c’è ancora molto da fare per impedire che un pensiero sbagliato porti ad un atteggiamento, addirittura ad un modo di pensare, altrettanto sbagliato. Una convinzione tale da causare dei danni irreparabili alla salute della bocca di chi la pensa in questo modo. Il problema, per N.O.I. che ci occupiamo della salute dei nostri pazienti, risiede nel fatto che questo tipo di patologia non può in alcun modo essere curato con strumenti chirurgici o con materiali all’avanguardia o con attrezzature digitali e ultramoderne. Se penso che la gravidanza mi possa causare la perdita di un dente e ne sono convinta allora non mi preoccuperò certo di prepararmi ai nove mesi che mi aspettano, facendo un controllo dopo una accurata seduta di igiene orale nella quale l’igienista mi darà tante

E poi arrivano le palme

e poi arrivano le palme - il blog del dottormic -

Di solito non parlo di attualità, non commento e in realtà non ho intenzione di farlo nemmeno questa volta. Non entrerò nel merito della questione ma, come piace a me, cercherò di capire qual è la forza e quali sono le motivazioni che muovono le persone. Su Facebook, per radio, in televisione, sui giornali si sentono commenti, pareri, si vedono persone discutere in modo più o meno animato, vengono lanciate accuse, si assiste a strenue difese, a scuse e a rimproveri. Quando assisto a questo tipo di manifestazione il mio pensiero va sempre ad Aristotele che osservava come fosse importante che le emozioni fossero appropriate. Pensava che il sentimento dovesse sempre essere proporzionato alla circostanza. Non so quanto, in questa vicenda, ci sia di proporzionato. Comunque sempre di emozioni si tratta. Nessuno nota le palme in quella piazza e allora vuol dire che le emozioni sono troppo tenui a testimoniare solo indifferenza e distacco. Oppure tutti le notano e si indignano e infuriano e allora le emozioni sfuggono al controllo (troppo facilmente), diventano estreme e persistenti. La soluzione sarebbe, forse

Irrazionale

irrazionale - il blog del dottormic -

A volte facciamo scelte irrazionali. Non usiamo la ragione. Non pensiamo alle cose e alle loro conseguenze dirette o indirette. Spesso, per quel che riguarda la salute, facciamo così. Non ce ne curiamo, non ci pensiamo e alla fine ci spaventiamo quando le cose diventano irrecuperabili e a quel punto tendiamo ad agire in modo irragionevole cedendo a istinti che derivano da un repertorio emozionale antico e per questo poco adatto a rispondere alle esigenze del mondo attuale. La domanda ora è questa: se non usiamo la ragione per guidare un nostro comportamento, allora cosa usiamo? Perché comunque, in un modo o nell’altro, quelle decisioni le prendiamo e agiamo di conseguenza. Quindi una sorta di pilota ci deve pur essere! Ebbene, nel momento in cui la ragione si rifiuta di fare da pilota, deve per forza intervenire il suo diretto sostituto: l’emozione. Se il ragionamento fila (quindi sto provando ad usare la ragione), quando la ragione cede la conduzione alle emozioni, automaticamente facciamo scelte irrazionali. Non è così o meglio non è sempre così. Di certo c’è che quando dobbiamo

Il Nostro Luogo

il nostro luogo - il blog del dottormic -

Se voglio stimolare la condivisione devo avere il luogo adatto, ci devono essere condizioni ideali. Il paese dove sono nato ha una caratteristica particolare, non è un paese. Ha un nome ma sostanzialmente è un territorio diviso in 5-6 grosse frazioni. In un posto c’è la chiesa, in un altro c’è il comune, in mezzo a queste frazioni ci sono terreni agricoli.  Manca il luogo della condivisione che sostanzialmente significa mettere insieme e dividere allo stesso tempo o meglio, dividere equamente quello che prima è stato messo in comune. Per poter fare questo è necessario creare il luogo adatto a questo proposito. Nonostante ci siano persone motivate a condividere serve uno spazio, anche virtuale, nel quale sia possibile creare le condizioni necessarie ed essenziali per partecipare. La condivisione oggi deve essere  partecipazione comune ad un progetto e questa partecipazione deve essere rivelatrice della tensione d’insieme che nasce dall’esperienza che affratella. In questo luogo tutti sono d’accordo, non nel senso che tutti la pensano allo stesso modo ma nel senso che tutti sono concordi nel ritenere essenziale e nel rispettare il

Svegliatemi!

svegliatemi! - il blog del dottormic -

La maggior parte delle persone, anche se non lo sanno, sono addormentate (me compreso). Nasciamo dormendo, viviamo dormendo, ci sposiamo, alleviamo figli, andiamo dai dottori, senza mai svegliarci. Sono davvero poche le persone che, nella vita di tutti i giorni, riescono a svegliarsi e ad accorgersi e comprendere la bellezza e lo splendore dell’esistenza umana. Perché svegliarsi è spiacevole. Uno se ne sta lì nel letto, al caldo, comodo. È veramente sgradevole essere svegliato. Dico questo perché, trovandomi a riflettere sui progetti dell’anno nuovo, mi sono accorto che la maggior parte gira attorno all’idea del risveglio della consapevolezza. Nel mio caso riguardo alla salute. Stiamo ragionando in questi giorni su una serie di feedback ricevuti nell’arco degli anni dai pazienti per capire cosa realmente vogliono che venga realizzato grazie al nostro servizio. A volte mi sono trovato a pensare che le persone non vogliano realmente essere curate. Quel che cercano è il sollievo. Una cura infatti sarebbe troppo faticosa se non addirittura dolorosa. Meglio avere un po’ di sollievo e poi girarsi dall’altra parte e rimettersi a dormire. E qui

Il Blog cambia

il blog cambia - il blog del dottormic -

Il Blog cambia nome, cambia sede, cambia veste ma i contenuti cambieranno? È sicuramente una domanda che mi faccio da qualche tempo e di cui ancora non so la risposta.\r\nQuando ho iniziato a scrivere non avevo ancora ben chiaro il contenuto di quello che avrei scritto e soprattutto non avevo chiarito l’obiettivo che mi proponevo. Sicuramente volevo rispondere ad un’esigenza di tipo comunicativo. Parlare per scambiarsi opinioni ma soprattutto scrivere per far sapere a tutte le persone interessate cosa N.O.I. pensiamo della nostra professione e del modo di portarla avanti ogni giorno con coerenza. Questo in fondo è diventato lo scopo principale.\r\n\r\nCi potrà essere un argomento più interessante di un altro, un modo più o meno divertente di esprimersi, un’occasione più importante ma l’esigenza profonda che ci muove rimane sempre quella di farci conoscere, di rivelare il lato di noi che i nostri pazienti non vedono sempre.\r\nE cosi il Blog è andato avanti per oltre un anno e adesso è arrivato il momento di farlo crescere, senza strafare, senza cambiarne lo spirito ma rendendolo il più possibile accessibile e facile

L’Ultimo (post) dell’Anno

Ultimo Post dell'Anno - Il Blog del Dottor MIC

È l’ultimo post dell’anno, non penso debba essere il più importante o debba contenere qualche informazione fondamentale. Che sia dicembre o gennaio per N.O.I. cambia poco. Il mal di denti non va in vacanza, la salute non conosce pause e di conseguenza il nostro servizio rimane sempre quello.\r\n\r\nCerto questo, tradizionalmente, è il momento che tanti di noi utilizzano per guardarsi indietro, fare il punto e ricominciare. Da tempo in studio abbiamo scelto un altro parametro per valutare quello che facciamo. Non guardiamo più il calendario, non abbiamo più date da rispettare. Da tempo abbiamo deciso di non usare come termine di paragone il tempo e le scadenze ma il raggiungimento degli obiettivi. Certo il tempo rappresenta sempre un utile riferimento per far si che le nostre azioni non si protraggano all’infinito e inutilmente ma non è più il parametro principale.\r\nQualche hanno fa valutavamo la nostra attività utilizzando dei principi di controllo legati ai numeri e alle statistiche. Tutto funzionava bene ma non teneva conto della variabile più importante che riguarda non i dati ma le persone che li producono. Oggi

Il Gruppo

Il Gruppo - Il Blog del Dottor MIC

Il gruppo è più della somma di tutte le parti.\r\n L’ho appena riletta, questa frase, e ci credo. Da sempre. Pur essendo, come molti, convinto delle mie possibilità e di quello che, come singolo, sono in grado di fare, sono altrettanto convinto che la mia e le altre competenze, in un gruppo, possano diventare qualcosa di ancora più grande e fondamentale per lo sviluppo di una attività. \r\n Oggi in studio siamo un gruppo più unito di quando, tempo fa, abbiamo iniziato questo percorso. Abbiamo sviluppato il senso di appartenenza grazie al quale nessuno deve sentirsi solo o abbandonato a se stesso. Abbiamo imparato, grazie all’appartenenza, a considerare un problema del singolo come un problema che tutti possono contribuire a risolvere e abbiamo imparato a godere dei risultati come risultati di tutti. Nel gruppo siamo riusciti a riscoprire l’esistenza di scopi comuni per la nostra attività, guidati da valori che cerchiamo di vivere e condividere assieme ogni giorno. Grazie a questo enorme lavoro e allo sforzo che ognuno ha dovuto fare per imparare a “stare” in un gruppo, oggi siamo in grado