Per tanti anni la migliore strategia che mi è venuta in mente per affrontare tutte le prove della vita è stata: fai le cose e vedi di non sbagliare. Non scherzo. Pensateci. Probabilmente anche voi a casa, a scuola, sul lavoro avete avuto l’impressione di dover fare qualcosa che non avevate ben capito e che non vi venisse concessa, o meglio non fosse nemmeno contemplata, la possibilità di sbagliare. Come pena per lo sbaglio (probabilmente inevitabile in queste condizioni) una camionata di sensi di colpa, un’offerta speciale di insicurezza e per finire l’immancabile sensazione di non avere imparato nulla.
Mi ci sono voluti anni per capire che quello non solo non poteva essere il sistema corretto per raggiungere gli obiettivi ma anche che con un tale metodo non avrei mai potuto essere felice nel fare qualcosa di veramente utile per me e per gli altri.
Poi un giorno, con l’aiuto di libri, corsi, conferenze, conoscenze, esempi, frequentazioni, discussioni e quant’altro ho cominciato a scoprire il vero significato dell’educazione.
Ho cominciato a riconoscere i corsi in cui mi veniva impartito qualcosa dall’alto che doveva essere giustissimo e che io dovevo seguire alla lettera per non sbagliare appunto e per non dover fronteggiare l’amara sensazione del fallimento.
Ecco questi corsi, libri formatori etc… sono spariti dal mio orizzonte per poter fare spazio alla vera educazione. Un processo in cui sicuramente è importante acquisire le giuste nozioni ma dove è altrettanto importante vederle applicate in esempi reali e soprattutto dove sia concesso di provare ad applicare quello che si è appreso e, fatto ancora più straordinario, dove sia concesso il lusso di sbagliare.
Alla fine, se le cose procedono nel verso giusto, dopo una serie di prove e sbagli più o meno lunga e articolata, avremo finalmente ottenuto il più grande risultato che ci può dare l’educazione: avremo imparato.
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