Di solito non parlo di attualità, non commento e in realtà non ho intenzione di farlo nemmeno questa volta. Non entrerò nel merito della questione ma, come piace a me, cercherò di capire qual è la forza e quali sono le motivazioni che muovono le persone.
Su Facebook, per radio, in televisione, sui giornali si sentono commenti, pareri, si vedono persone discutere in modo più o meno animato, vengono lanciate accuse, si assiste a strenue difese, a scuse e a rimproveri.
Quando assisto a questo tipo di manifestazione il mio pensiero va sempre ad Aristotele che osservava come fosse importante che le emozioni fossero appropriate. Pensava che il sentimento dovesse sempre essere proporzionato alla circostanza. Non so quanto, in questa vicenda, ci sia di proporzionato. Comunque sempre di emozioni si tratta. Nessuno nota le palme in quella piazza e allora vuol dire che le emozioni sono troppo tenui a testimoniare solo indifferenza e distacco. Oppure tutti le notano e si indignano e infuriano e allora le emozioni sfuggono al controllo (troppo facilmente), diventano estreme e persistenti.
La soluzione sarebbe, forse troppo ovvia, sta sempre nel mezzo: niente emozioni (e conseguenti reazioni) estreme ma un giusto rapporto tra emozioni negative e positive che determinano un vero sentimento di benessere. Chi come N.O.I. lavora a contatto con decine e decine di persone tutti i giorni sa cosa significa provare emozioni estreme che minano la qualità delle nostre relazioni.
Non possiamo assolutamente controllare in quale momento verremo travolti dalle emozioni, né quale emozione ci travolgerà. Possiamo solamente, in una certa misura, controllare la durata di quell’emozione. Il controllo delle proprie emozioni è praticamente un lavoro a tempo pieno. Lo facciamo in continuazione, molte delle nostre azioni non sono altro che tentativi di controllare i nostri stati d’animo.
Sarebbe sbagliato anche pensare che sia utile sopprimere le emozioni, magari sotto strati infiniti di ragionamenti logici. Non servirebbe. Dobbiamo essere bravi nel controllare le nostre emozioni e ancora più bravi nel cercare di comprendere e gestire quelle degli altri.
In realtà non so perché abbiano deciso ti mettere delle palme in quella piazza, penso che abbiano avuto i loro buoni motivi o forse no. Per adesso ho deciso di ascoltare tutti commenti possibili e magari tra qualche tempo esporrò il mio, cucinato a dovere, con la giusta ricetta: un po’ di ragione, un po’ di emozione e un po’ di sale della vita…speriamo piaccia.