Recentemente, leggendo qua e là, ho appreso di come, uno dei problemi più ostici nel campo della robotica, sia quello di insegnare ad una macchina, in questo caso un robot, la presenza del mondo. Sembra una cosa scontata ma la macchina in questione dovrà essere dotata di sensori che vadano a sostituire quelli che noi conosciamo come i nostri cinque sensi. Tuttavia questo non basta. La macchina dovrà anche essere dotata di memoria per ricordare luoghi dove è già stata o situazioni che ha già vissuto. Infine dovrebbe anche essere dotata di un pochino di immaginazione per cercare di affrontare quei luoghi in cui non è mai stata e che ancora non ha avuto modo di sperimentare. Senza questi mezzi sarà impossibile per il robot interagire con il mondo, comunicare e creare interazione e collaborazione.
Penso che sia facile per chiunque capire questo concetto e apprezzare la necessità di questo tipo di insegnamento che permetta lo sviluppo concreto di azioni per la realizzazione dei progetti di un’intera esistenza.
E N.O.I. cosa sappiamo della presenza del mondo?
Alla nascita siamo dotati naturalmente dei sensi che ci permettono di interagire con il mondo che ci circonda, il mondo come solo noi possiamo conoscere. Facciamo esperienza e ci costruiamo una memoria che comincerà a creare dei circuiti in grado di influenzare le nostre azioni, e poi l’immaginazione che ci consente di sognare e prefigurare quelli che saranno i nostri obbiettivi nel futuro immediato o lontano. Certo se tutto fosse programmato a tavolino sarebbe molto più semplice. Se potessimo installare un software di programmazione, magari aggiornabile regolarmente, sarebbe la soluzione ideale per conoscere il mondo.
Al contrario, non solo non esiste un programma preconfezionato, ma tocca a noi costruire la mappa con la quale gireremo il nostro mondo, consapevoli di dover combattere contro le influenze esterne che tendono a ridisegnare le nostre esperienze con il pericolo di guastare la nostra capacità di immaginarci degli obiettivi.
Meglio essere un robot che impara la presenza del mondo?
Meglio essere una persona che vive nel mondo? Si sbaglia, riparte, si dimentica, ricorda, immagina e sogna obiettivi incredibili?