Leggo, da Google My Business, che questo mese quasi 700 persone sono transitate per Google appunto, visualizzando la mia attività. A volte ci penso e mi viene in mente quando, uscendo di casa, controllo che tutto sia a posto: di non essere spettinato, di non avere macchie vistose sui vestiti, di indossare calzini dello stesso colore…se devo uscire e entrare in contatto con altre persone ci tengo che non ci siano elementi che potrebbero mettermi in imbarazzo o che potrebbero distrarre da una corretta e proficua comunicazione.
Nel mondo digitale, senza che ce ne accorgiamo, siamo comunque esposti, in generale perché lo abbiamo scelto anche se a volte lo siamo senza rendercene conto. Centinaia di persone vedono foto, leggono gli scritti e si documentano su chi siamo. Non voglio qui parlare della reputazione digitale della quale ho già parlato in altri articoli, in questa occasione mi interessa capire se, ogni volta che metto una foto su internet o scrivo qualcosa o mi mostro al pubblico social, provo la stessa sensazione che sento quando mi sento in dovere di dare un’ultima controllata uscendo di casa.
In realtà scopro che non lo faccio, non mi preoccupo più di tanto e questo deriva da un motivo particolare: è molto difficile rendersi conto di chi si avrà di fronte o di chi ci guarderà quando saremo in pubblico in ambiente digitale. Quanti che avrebbero difficoltà a mostrarsi ad un pubblico di tre persone, si fotografano o esprimono opinioni non considerando che queste espressioni potrebbero essere viste da decine, centinaia se non migliaia di persone conosciute o perfettamente estranee?
Se fossimo consapevoli del fatto che altre persone ci vedono e ci ascoltano attraverso la rete, cambieremmo il modo di esprimerci attraverso foto e post? C’è uno “specchio digitale” dove possiamo controllarci prima di uscire nel mondo virtuale? Non ho una risposta a queste domande, per adesso comincio a pormele e poi vedremo di capire se c’è un posto dove possiamo stare tranquilli perché nessuno ci sta guardando…