È da qualche giorno che sento il bisogno di scrivere qualcosa per i nostri pazienti ma, nel momento in cui ci provo, mi scopro a pensare alle migliaia di informazioni vere o false che circolano in questo periodo e non voglio aggiungere altro per non rendere ancora più complesso il lavoro di dover leggere e ragionare su tutta questa overdose di informazione.
Oggi però, ad ormai più di due settimane dagli eventi che hanno di fatto fermato il nostro paese, mi piacerebbe soffermarmi su un argomento che è slegato dalle informazioni immediate che riceviamo ma che merita una piccola analisi.
Vorrei affrontare il tema dell’insicurezza.
Nelle vita normale sperimentiamo tante paure di vario genere e grado ma raramente le colleghiamo alla paura più grande che inconsciamente abbiamo sempre presente che è la paura di morire. Questa è una paura in genere psicologica, soggettiva, dettata da come portiamo il mondo esterno all’interno di noi stessi. Si potrebbe dire che non corrisponde ad un pericolo reale ma che corrisponde a come noi vediamo e percepiamo quel pericolo.
Oggi però quel pericolo non è solo percepito più o meno in modo soggettivo ma si vede e si manifesta in modo assolutamente reale. La pandemia con tutti i significati concreti che si porta appresso, è evidente e sotto gli occhi di tutti.
Se per l’uomo, vivere in sicurezza significa vivere senza la paura di morire, in questo momento, ci troviamo di fronte al periodo della storia che conosciamo dove la sicurezza sta venendo totalmente a mancare. Non ci sentiamo più sicuri. Nemmeno regge più, nella tremenda emergenza che coinvolge il comparto medico, il conforto dato dalla convinzione di potersi sempre rivolgere a un sistema sanitario efficiente ed efficace. In genere la consapevolezza di potere ricorrere sempre all’intervento più o meno immediato del medico (nel nostro caso dentista) o del pronto soccorso, dà una sensazione di minor allarme. Oggi questo conforto è venuto improvvisamente a mancare gettando le persone nella paura (che si lega sempre alla morte) con una sensazione di totale incapacità di essere razionali e di mantenere l’equilibrio utile e necessario a prendere decisioni adeguate.
Va sottolineato poi che la paura, pur essendo un’ esperienza della singola persona, si propaga all’esterno e si trasmette in modo di sensazione inconsapevole. Fa parte dei nostri meccanismi di attivazione di fronte al pericolo, è un meccanismo di allerta che appartiene alla nostra socialità e che condividiamo gli uni con gli altri.
Tutti quindi, anche inconsapevolmente, percepiamo e condividiamo la paura e il panico quando ci sentiamo insicuri.
(continua nel prossimo articolo)