INSICUREZZA (parte II)

insicurezza parte II - il blog del dottormic -

Dal precedente articolo:
“Tutti quindi, anche inconsapevolmente, percepiamo e condividiamo la paura e il panico quando ci sentiamo insicuri.”

Di fronte al pericolo scattano solo meccanismi istintivi. Questa è una condizione che riporta l’uomo all’istinto di sopravvivenza. Si perde la dimensione del futuro in quanto ogni cosa si riduce all’attimo successivo e di conseguenza si cancellano tutte le prospettive e tutti i progetti. Niente ha più senso quando l’unico compito è quello di affrontare la paura della morte.

In questa situazione dobbiamo anche considerare il fatto che nella nostra società siamo stati abituati a tenere a bada l’istinto di sopravvivenza e in qualche modo abbiamo delegato questo istinto alla figura istituzionale del medico. Abbiamo imparato a affidare il nostro istinto di sopravvivenza ad altri. Per quello che riguarda la sicurezza della salute ci affidiamo al medico dal quale ci aspettiamo una risposta immediata poiché sappiamo che la paura genera angoscia che a sua volta aumenta la paura. In questo momento ci serve un medico che sappia analizzare la situazione, monitorare lo stato di salute e prendersi cura di noi (della nostra vita) in virtù della fiducia che riponiamo in questa figura.

Oggi più che mai dobbiamo essere presenti come medici consapevoli che la richiesta non è quella di un’otturazione, di controllare il dolore o di curare una infezione, condizioni che possono essere gestite (tecnicamente) da farmaci, ma la richiesta è quella della nostra presenza a cui i pazienti chiedono di delegare la gestione della paura e della insicurezza.

Questo lavoro è sempre prezioso e il suo valore aumenta oggi in maniera spropositata. Esistono ormai da anni prove scientifiche che una percezione solida di sicurezza sostenuta da speranza e ottimismo, è in grado di influenzare il sistema immunitario attivando tutte le sue potenti difese di fronte ad una malattia. Proprio questo sistema risente maggiormente della condizione emotiva di uno stato di angoscia derivante dalla paura continua piuttosto che dalla fiducia di potersi rivolgere e avere risposte da un medico in cui si ripone fiducia. In questo caso la terapia comincia in modo innato e naturale molto prima di avere un contatto diretto e fisico con il medico.

Qualche giorno fa ho scritto che potevamo fare di più.
Per N.O.I. esserci è un inizio, adesso aspettiamo tutti voi.

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