Noi usiamo le azioni degli altri per decidere quale sia il comportamento giusto anche da parte nostra. La cosa è ancora più vera se “gli altri“ appaiono simili a noi.
Ho appena letto di uno studio su un programma antifumo nelle scuole che ha ottenuto effetti duraturi solo quando il ruolo di insegnante è stato affidato a coetanei. Per lo stesso motivo, in un altro studio, è stato dimostrato che, mostrando a bambini un filmato molto rassicurante su una visita dentistica ad un loro coetaneo, si diminuivano le loro ansie e paure in misura maggiore rispetto a quando il filmato riguardava un adulto o un bambino di età diversa.
La visita che facciamo noi nel nostro studio ovviamente è personale e singola, non possiamo sfruttare il principio della riprova sociale quando non siamo provvisti del termine di paragone.
Tuttavia nella comunicazione che facciamo ad un livello generale e più ampio, il principio della riprova sociale funziona e molto e questo fatto è ancora più importante se pensiamo appunto che usiamo le azioni dei nostri simili per decidere quale sia il comportamento giusto da parte nostra.
Al contrario, in una situazione che non conosciamo bene, c’è la tendenza di ciascuno a stare a guardare per vedere che cosa fanno tutti gli altri. In questa situazione l’inclinazione è a diluire la propria responsabilità personale in attesa di vedere cosa faranno gli altri.
Se l’impressione generale è che tutti vanno dal dentista solo quando fanno male i denti, nessuno sarà incoraggiato ad andare dal dentista quando i denti non fanno male per una visita di controllo.
Da anni cerchiamo di invertire questa tendenza cercando di aumentare la quota di pazienti che testimoniano quanto sia utile la visita di controllo senza che i denti facciano male. Quando saremo davvero in tanti e convinti allora sarà facile scoprire che le nostre buone abitudini costituiranno la riprova sociale di un comportamento utile.