Qual è ora il vantaggio o l’intento positivo che sta dietro alla pratica del ricalco delle emozioni?\r\n
Pensiamo che esista un pregiudizio che ciò che è osservabile debba essere di per sé evidente. Ovviamente per quello che riguarda un semplice oggetto inanimato questo aspetto è abbastanza vero, tuttavia quando si tratta di persone, soprattutto se ammalate, quello che è osservabile non è evidente e inoltre la persona ammalata tende a evidenziare elementi che non sono del tutto obiettivi ma sono filtrati dalla personalità del malato stesso così come dal rapporto che quel tipo di malato ha con quell’osservatore.
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La mente del malato tende a filtrare tutto ciò che sottopone a chi osserva. Questo filtro è in funzione del tipo di mente del paziente ma soprattutto è funzione del rapporto che si instaura in negativo o in positivo tra quell’ammalato e quel medico. Non solo un paziente, a seconda di come si sente con un medico, ricorderà, dirà e mostrerà cose differenti ma il dentista a sua volta, a seconda del tipo di lavoro che avrà svolto a livello di ricalco e comprensione dell’emozione del paziente, potrà cogliere qualcosa di più o di meno da ciò che potrebbe essere osservato.
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Tutto questo per dire che l’osservazione, che precede la diagnosi, non è affatto un processo che, data attenzione, tempo e disponibilità, si svolge in modo automatico. Oltre al fatto tecnico delle informazioni scientifiche ricevute, oltre al tipo di mente del paziente, è necessario considerare il tipo di rapporto che si stabilisce tra osservato e osservatore. Vi ricordate il termine “sfera affettiva”? Il processo di scambio di informazioni e di osservazioni tra due persone crea un’ interazione che ha a che fare con il modo di agire e comporta un condizionamento dall’uno all’altro e viceversa.
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Dobbiamo imparare a approcciare le emozioni per capire come possiamo essere utili ai nostri pazienti e alla nostra attività in generale.