100

100 - il blog del dottormic -

Tempo fa, a chi mi chiedeva quali fossero i miei progetti o cosa pensassi riguardo allo studio e alla nostra attività in generale, io rispondevo sempre che, se volevano sapere qualcosa di me, avrebbero dovuto leggere il mio Blog. La penso ancora così. In questi giorni sto facendo un po’ di ordine e ho deciso di dividere tutto quello che ho scritto in categorie. Questa operazione mi ha obbligato a rivedere tutti gli articoli e mi sono reso conto che, quasi senza volerlo, ho raccontato molto di noi e di quello che penso riguardo al nostro lavoro, forse troppo.\r\n In realtà è una questione di coerenza, avevo detto che il blog sarebbe stato un diario; così doveva essere e così è stato. Tenere un diario non significa scrivere o esprimersi senza filtri, sapendo che nessuno a parte noi leggerà queste cose ma significa non impedire che le proprie idee o le proprie emozioni vengano a galla. In studio abbiamo deciso di non avere paura di mostrarci sempre per quello che siamo. Le persone che vengono da N.O.I., la maggior parte, apprezzano, altre

Dipende da Me

dipende da me - il blog del dottormic -

Le cose belle, positive non accadono. Così come quelle negative.\r\nIo penso che N.O.I. siamo la causa di tutto. Pensare in questo modo mi fa stare bene, mi permette di non perdere tempo a lamentarmi di qualcosa o di qualcuno. Posso dare colpe e meriti solo a me stesso. È per questo che sono sempre molto curioso. Voglio capire tutte quello che avviene attorno a me e che dipende da me, dalle mie decisioni o dal mio modo di fare. Quando mi succede qualcosa, non riesco a pensare che sia accaduto per un caso, voglio capire cosa veramente è successo e magari capire il modo in cui è successo. Solo così posso sperare di arrivare al perché qualcosa sia “accaduto” proprio a me.\r\n Il fatto di capire le modalità attraverso le quali ho ottenuto un successo o che mi hanno causato un fallimento non soddisfa solamente la mia curiosità ma permette di cercare di riprodurre le condizioni che hanno favorito il primo e di stare alla larga dai fatti che hanno causato il secondo. Questo è il motivo per cui dobbiamo essere molto critici nei

Dormi e respiri bene?

Dormi e respiri bene? - il blog del dottormic -

Introduco da oggi un nuovo argomento che tratterò per alcune settimane utilizzando tutti i nostri canali di comunicazione.Un mese fa, nella mia rubrica in radio, ho deciso di parlare di una condizione che colpisce molte persone, la OSAS o sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Si tratta di un disturbo che può colpire dal 10% (donne) al 27% (uomini) delle persone che frequentano il nostro studio e che può portare a seri problemi dal punto di vista della salute del sistema cardiocircolatorio oltre che alla sonnolenza diurna cronica, causa di numerosi incidenti stradali e sul lavoro. Un problema molto serio. Si passa dal semplice russamento che è un rumore causato dalla difficoltà che ha l’aria nel passare dalle vie aeree, per arrivare ad una vera e propria ostruzione completa con arresto completo della respirazione per alcuni secondi (apnea). La diagnosi viene fatta dal medico che sia avvale della polisonnografia, un esame specifico in grado di misurare una serie di parametri compreso il numero di volte che si raggiunge l’apnea ogni ora. Se l’esame è positivo, a seconda della gravità, verrà prescritta

Qual è il problema?

Qual è il problema? - il blog del dottormic -

Sto per iniziare una prima visita, non conosco il paziente. Entro in studio, mi siedo, ci salutiamo e posso porre la mia prima domanda: qual è il problema che l’ha portata qui oggi?\r\n Il grosso del lavoro è fatto. Non mi resta che stare comodo e ascoltare tutto quello che verrà detto. Dovrò solo lasciare al paziente la libertà di spiegare la sua prospettiva e soprattutto dovrò pensare che il più grande esperto al mondo di quello che soffre e dei problemi che patisce sia proprio lui. Non dovrò interromperlo. Leggo che i medici spesso interrompono i pazienti. Si parla di una percentuale leggermente superiore al 20% di medici che consentono ai pazienti di concludere il discorso iniziato. Addirittura l’interruzione avviene solitamente dopo 20 secondi.\r\nNon mi sembra logico. È così bello ascoltare, oltre al fatto che difficilmente una persona che si siede sulla mia poltrona impiegherà più di due o tre minuti per raccontare la sua situazione. È interessante ascoltare e capire la percezione del problema da parte della persona che ho di fronte. \r\n Mi affascina osservare come la prospettiva nel

Filo sì, filo no…

filo sì, filo no - il blog del dottormic -

Ormai da qualche giorno, trovo in rete vari articoli che riportano una notizia che riguarda l’utilizzo del filo interdentale o meglio il fatto che non ci siano delle evidenze scientifiche che dimostrino la reale utilità del filo interdentale nella cura della propria bocca.\r\nSi legge di associazioni governative americane che hanno tolto le indicazioni all’utilizzo dalle loro raccomandazioni per la salute così come associazioni inglesi che invitano a non usare il filo e a preferire l’utilizzo di scovolini interdentali.\r\nIn Italia c’è chi da ragione alla scienza e sconsiglia (o meglio non consiglia) l’utilizzo del filo e c’è chi ne fa una questione di buonsenso affermando che, dal momento che l’utilizzo del filo interdentale male non fa, sia meglio utilizzarlo per l’igiene orale quotidiana.\r\n Chi ha ragione? Non ne ho idea!\r\nIn uno degli ultimi articoli ho parlato di come ci siano degli oggetti, il filo interdentale è tra questi, che non hanno alcun utilizzo intrinseco e che da soli non servono a nulla ma che N.O.I. possiamo rendere utili riuscendo a trovare un preciso scopo per il loro utilizzo. Quindi quando qualcuno mi chiede

Multit…siamo sicuri?

Multi…siamo sicuri? - il blog del dottormic -

A volte sento qualche assistente o segretaria o collega che, essendo donna, dice di essere in grado di lavorare in modalità multitasking; ovvero afferma di essere in grado di poter fare più cose nello stesso tempo.\r\nHo letto da molte parti e ho frequentato corsi di gestione personale dove ho imparato che nessuno di noi può lavorare in questa modalità.\r\nPossiamo parlarne!\r\nSpesso si tratta di una nostra percezione. Pensiamo di poter lavorare portando avanti due, tre o quattro compiti contemporaneamente  e sicuramente possiamo anche farlo o avere l’impressione di farlo nel lato pratico.\r\nTuttavia, dal momento che l’energia a nostra disposizione è finita (nel senso che non è infinita), possiamo essere certi che, nel momento in cui portiamo avanti più compiti nello stesso momento,  non riusciremo a dedicare il massimo dell’energia possibile ad ogni singolo compito ma saremo costretti a distribuire l’energia che abbiamo a disposizione .\r\n\r\nOra la mia domanda è questa: siamo sicuri di voler affrontare dei compiti sapendo dall’inizio che non riusciremo a dedicare loro il 100% dell’energia? E di conseguenza, siamo sicuri che riusciremo a ripartire in modo adeguato tutte le forze?\r\n

Rendere Utile

Rendere Utile - il blog del dottormic -

Abbiamo deciso di produrre un foglio per informare le persone, per condividere gli argomenti che ci sembrano più importanti, per permettere anche a chi non utilizza internet, di avere accesso a informazioni fondamentali per la propria salute. In definitiva abbiamo pensato di fare qualcosa di utile o meglio, abbiamo deciso di mettere a disposizione uno strumento che chiunque potesse utilizzare.\r\n\r\nNon qualcosa di fine a sé stesso ma qualcosa che le persone potessero decidere di rendere utile, in modo attivo. Non serve a nulla stampare questo foglio e lasciarlo nei nostri archivi, cosi come non serve a nulla che le persone lo prendano e lo abbandonino in fondo ad un cassetto. Ognuno di voi potrà decidere di rendere utili le informazioni che contiene.\r\nQuesta vorrei che fosse la vera differenza rispetto a mille informazioni che ci vengono somministrate ogni giorno: ci sono strumenti che usiamo, che sono nati con uno scopo ben preciso e che adoperiamo per renderci la vita più semplice, quasi senza bisogno di pensarci e senza sforzo ulteriore. Ci sono invece altri oggetti o dispositivi o informazioni, come questo foglio, che

Toccare con mano le parole

Toccare con mano le Parole - il blog del dottormic -

Quest’anno iniziamo a riportare su carta le nostre campagne più importanti.\r\nCominceremo questo mese con il diabete. Diffondiamo notizie e consigli attraverso i nostri canali social, su Facebook , sul Blog e sul sito. Raggiungiamo molte persone ma abbiamo due dubbi.\r\n Il primo riguarda appunto il numero delle persone che possiamo raggiungere. Non siamo sicuri di poter arrivare a tutti i nostri pazienti attraverso questi canali per il semplice fatto che le nuove tecnologie di comunicazione sono molto diffuse, ma sono purtroppo ancora indietro dal pensare di poter raggiungere il 100% dei cittadini. Sarebbe quindi una vera e propria ingiustizia se comunicassimo con un largo gruppo di nostri pazienti e trascurassimo gli altri.\r\nIl concetto di disuguaglianza digitale è poco diffuso ma è un pericolo presente nella nostra società.\r\nIl secondo dubbio riguarda il fatto che vogliamo avere tra le mani qualcosa di tangibile, di reale, che si possa leggere e portare a casa. Non solo per uscire un attimo dal mondo virtuale ma anche per dare un segnale, a chi ci segue, che ci prendiamo la responsabilità di ciò che andiamo a raccontare in giro, sulla rete e

Etica ed Estetica…ed il bello della diretta.

Etica ed Estetica…e il bello della diretta. - il blog del dottormic -

Oggi sono a Brescia per il congresso dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Estetica. Questa volta l’incontro prevede, oltre alle relazioni in ambito tecnico e clinico, una valutazione ed una riflessione sulle possibilità di incontro tra l’estetica e l’etica in odontoiatria. Parla il professor Philippe Daverio e ci dà la possibilità di uscire dai denti.\r\n Si parla di etica comportamentale. Ci si chiede cosa siano le abitudini, il modo di vedere il mondo. Si arriva a chiedersi non cosa una persona deve fare, ma perché lo deve fare.\r\nQuando si parla di estetica si parla invece della somma dei valori che noi diamo alle cose o che universalmente accettiamo e condividiamo. Alla parola estetica segue poi il concetto di bello.\r\nA questo punto la discussione riparte da questa parola; l’idea stessa del bello non è facile da definire. Per i greci una cosa è bella quando è buona o meglio quando  serve a qualcosa. Un papa disse qualche anno fa che la bellezza avrebbe salvato il mondo. In realtà la parola bello è stata inventata nel medioevo e si forma attorno all’idea di chi è forzuto, di chi è

Euristico!

Euristico! - il blog del dottormic -

Euristico: detto di ipotesi che informa e orienta una ricerca; non rigoroso ma intuitivo.\r\n Come mi piace l’euristica! Questa parola che deriva, come moltissime altre dal greco, significa trovare. Se il nostro modo di agire tutti i giorni dovesse fondarsi su questa parola, saremmo di fronte a infinite possibilità di scoprire in continuazione nelle cose che facciamo, aspetti nuovi e inesplorati. Oggi, di fronte alle nuove tecnologie, per sentirci più al sicuro, preferiamo ricalcare modelli precedenti, ai quali le nuove tecnologie non appartengono, rischiando di non riuscire a trovare appunto tutta una serie di nuove applicazioni che ci venissero offerte. \r\n Se usiamo un moderno smartphone per telefonare in mobilità senza rimanere vincolati ad un cavo collegato alla presa a parete, non facciamo un torto a nessuno. Ma se ci limitiamo solo a questa possibilità che è la più “sicura” rispetto alle nostre abitudini, perdiamo tutta una serie di opportunità che potrebbero costituire per la nostra vita un vantaggio inestimabile. Agendo in maniera euristica potremmo scoprire che grazie allo smartphone cambia il modo di comunicare con le altre persone grazie all’impiego