Dal Pensiero alla Personalità

il blog del dottormic - dal pensiero alla personalità -

Dottore ha visto? Tre gravidanze, tre denti persi! Cosa ci vuole fare? È così. Anche mia madre ha avuto lo stesso problema… Questo dialogo non rappresenta la routine di tutti i giorni. Ma, se penso a tanti altri pensieri più o meno negativi che affliggono i nostri pazienti, mi rendo conto che c’è ancora molto da fare per impedire che un pensiero sbagliato porti ad un atteggiamento, addirittura ad un modo di pensare, altrettanto sbagliato. Una convinzione tale da causare dei danni irreparabili alla salute della bocca di chi la pensa in questo modo. Il problema, per N.O.I. che ci occupiamo della salute dei nostri pazienti, risiede nel fatto che questo tipo di patologia non può in alcun modo essere curato con strumenti chirurgici o con materiali all’avanguardia o con attrezzature digitali e ultramoderne. Se penso che la gravidanza mi possa causare la perdita di un dente e ne sono convinta allora non mi preoccuperò certo di prepararmi ai nove mesi che mi aspettano, facendo un controllo dopo una accurata seduta di igiene orale nella quale l’igienista mi darà tante

E poi arrivano le palme

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Di solito non parlo di attualità, non commento e in realtà non ho intenzione di farlo nemmeno questa volta. Non entrerò nel merito della questione ma, come piace a me, cercherò di capire qual è la forza e quali sono le motivazioni che muovono le persone. Su Facebook, per radio, in televisione, sui giornali si sentono commenti, pareri, si vedono persone discutere in modo più o meno animato, vengono lanciate accuse, si assiste a strenue difese, a scuse e a rimproveri. Quando assisto a questo tipo di manifestazione il mio pensiero va sempre ad Aristotele che osservava come fosse importante che le emozioni fossero appropriate. Pensava che il sentimento dovesse sempre essere proporzionato alla circostanza. Non so quanto, in questa vicenda, ci sia di proporzionato. Comunque sempre di emozioni si tratta. Nessuno nota le palme in quella piazza e allora vuol dire che le emozioni sono troppo tenui a testimoniare solo indifferenza e distacco. Oppure tutti le notano e si indignano e infuriano e allora le emozioni sfuggono al controllo (troppo facilmente), diventano estreme e persistenti. La soluzione sarebbe, forse

Irrazionale

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A volte facciamo scelte irrazionali. Non usiamo la ragione. Non pensiamo alle cose e alle loro conseguenze dirette o indirette. Spesso, per quel che riguarda la salute, facciamo così. Non ce ne curiamo, non ci pensiamo e alla fine ci spaventiamo quando le cose diventano irrecuperabili e a quel punto tendiamo ad agire in modo irragionevole cedendo a istinti che derivano da un repertorio emozionale antico e per questo poco adatto a rispondere alle esigenze del mondo attuale. La domanda ora è questa: se non usiamo la ragione per guidare un nostro comportamento, allora cosa usiamo? Perché comunque, in un modo o nell’altro, quelle decisioni le prendiamo e agiamo di conseguenza. Quindi una sorta di pilota ci deve pur essere! Ebbene, nel momento in cui la ragione si rifiuta di fare da pilota, deve per forza intervenire il suo diretto sostituto: l’emozione. Se il ragionamento fila (quindi sto provando ad usare la ragione), quando la ragione cede la conduzione alle emozioni, automaticamente facciamo scelte irrazionali. Non è così o meglio non è sempre così. Di certo c’è che quando dobbiamo

Tutta colpa di San Valentino

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Questa mattina stavo scrivendo l’articolo del Blog di oggi. Penso ad un argomento, scrivo l’introduzione e quando sono a buon punto mi viene in mente una cosa all’improvviso: oggi è San Valentino! Non vi nego che la prima reazione sia stata quella di non farci caso. Forse anche il secondo pensiero è stato quello! Davvero non mi interessa, se uno è innamorato non ha bisogno di una festa per ribadirlo! E il consumismo che ci sta dietro, dove lo mettiamo? E poi è una cavolata sentimentale, preferisco pensare al vero amore. Ma poi sto grande amore chi l’ha mai visto? Secondo me è tutta una bufala. Queste sono, in ordine sparso, le prime cose che mi sono venute in mente, non perché io le pensi veramente ma perché sono le tipiche espressioni che si sentono in questa giornata e, ci crediate o no , sono le espressioni che ho sentito, sempre in ordine sparso, questa mattina. Ora il problema è questo: per colpa di San Valentino mi sono giocato l’articolo che avevo in mente visto che mi sono distratto e

Tecnologia e Libertà

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Quando i nostri antenati hanno scoperto il fuoco, saranno stati veramente consapevoli di cosa avevano scoperto? E la ruota? Si dice che il concetto di ruota esistesse molti anni prima del suo reale utilizzo come strumento per facilitare lo spostamento di oggetti da un punto ad un altro. Oggi abbiamo la tecnologia. Si ma che cos’è la tecnologia. Tanti ne parlano a priori, senza avere realmente capito qual è o potrebbe essere la sua reale applicazione o che conseguenze potrebbe avere su di noi. Da sempre, a cominciare dal fuoco, la tecnologia ci ha sempre costretti a misurarci non direttamente con essa ma con noi stessi. Il mutamento tecnologico al quale assistiamo non è distinto dal genere umano che lo ha provocato ma ad esso è direttamente connesso. Il mutamento tecnologico è prima di tutto un mutamento antropologico. È così che la tecnologia ci consente oggi di scoprire nuovi modi di fare, nuove abitudini, nuovi comportamenti che derivano dall’attivazione di aree differenti della mente fino ad ora sottoutilizzate o non utilizzate affatto. Paradossalmente le macchine che si parlano tra loro,

Mentire non serve se sai come dire la verità

Mentire non serve…se sai come dire la verità - il blog del dottormic -

Ogni medico dovrebbe coltivare la fine arte del mentire. Non l’ho detto io e non sono molto d’accordo ma comincio da qui. Comunicare le cattive notizie per un medico è in assoluto uno dei compiti più difficili e ingrati che deve affrontare nella pratica quotidiana. Da un lato c’è il problema che mentire è difficile, non è naturale (o forse per alcuni sì, ma non è questo il problema). Mentire richiede delle motivazioni talmente forti da contrastare quella vocina che avrebbe qualcosa da obiettare quando utilizziamo questa soluzione. Dall’altro lato c’è il problema della incapacità di gestire la comunicazione di una cattiva notizia dal punto di vista relazionale. Si rischia sempre di confondere la paura di generare delle emozioni negative troppo forti e intense nel paziente con la paura di non essere capaci di gestirle. Scappiamo di fronte a questa paura e spesso ci sottraiamo, anche inconsapevolmente, al dovere di informare il paziente dando l’impressione di essere distaccati e freddi o addirittura incompetenti. Mi secca molto, mi spaventa dire, a un paziente che perderà un dente, specie se niente gli

Oggi

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Oggi, venerdì 3 febbraio 2017 è San Biagio. Lo studio, come da tradizione, rimane chiuso. È la festa del patrono di Monguzzo e da sempre dedichiamo questo giorno al nostro paese e a noi stessi. San Biagio è un Santo particolare per noi. Presenta temi forti e attuali. Innanzitutto è venerato da due chiese, quella Cattolica e quella Ortodossa a testimonianza di come i valori siano in grado di travalicare confini geografici che spesso esistono solo nelle menti degli uomini. L’essere umano non ha confini su questa terra. Poi, essendo medico, è protettore della gola e delle malattie in generale. In molte chiese i sacerdoti benedicono la gola dei fedeli durante la liturgia, in molti paesi si benedicono anche i panettoni che per tradizione vengono conservati da Natale proprio fino a Febbraio. In questi giorni leggevo i dati sullo spreco di cibo e può darsi che questa tradizione abbia contribuito a salvare qualche dolce dal macero. Santo protettore degli animali. Se all’inizio ho parlato del valore simbolico dell’unione tra est e ovest nella liturgia di due Chiese, con gli animali

Educazione Imprenditoriale

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Sabato scorso non ero in studio. Ho partecipato come relatore ad un congresso/dibattito sul tema dei rapporti tra le varie figure che animano la nostra professione. Da tempo ormai giro tutta l’Italia per parlare di organizzazione clinica e di impresa in odontoiatria. Quando salgo sul podio della conferenza non mi presento come dentista o come formatore ma come educatore. Ritengo che la differenza tra formatore ed educatore, che spesso sono utilizzati come sinonimi, sia sostanziale. L’educazione non è formazione. La formazione implica propriamente l’insegnare, dando una forma, il modellare, in base a un criterio o progetto esterno. Se il progetto è di qualcun altro, nel momento in cui io sono chiamato a dare un contributo, allora dovrò essere formato per far sì che il mio contributo sia coerente e utile al progetto. L’educazione estrae dalla persona ciò che ha da sviluppare di autentico, di proprio, tira fuori e sviluppa qualità interiori del soggetto che hanno generato un sogno. L’educazione è utile in primo luogo alla persona stessa. Chi è educato conosce il valore delle cose nella propria vita ed è

Memoria o Ricordo?

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Oggi è la giornata della Memoria. Penso che chi scrive un Blog in maniera costante, seguendo in un certo qual modo l’andamento dell’anno e della vita di tutti i giorni, non possa sottrarsi, in alcune occasioni, dall’esprimere un parere nei confronti di temi che riguardano sicuramente la coscienza collettiva di chi andrà poi a leggere i contenuti. Per scelta, cerco di non schierarmi mai a difesa di un’opinione rispetto ad un’altra o a sostenere tesi o temi che riguardino politica, religione o morale. Non mi interessa parlare dei contenuti anche se questo non significa che non abbia delle opinioni a riguardo, tuttavia quello che mi interessa, e chi mi legge da tempo lo avrà capito, è la forma con cui i contenuti vengono espressi. Mi interessa il mezzo e la cifra espressiva dii quello che viene espresso. Quando parliamo di comunicazione a volte il contenitore è più importante del contenuto, esprime meglio e definisce in modo più accurato quello che vogliamo esprimere. Lo stesso contenuto infatti può essere espresso in modi differenti e sortire reazioni (e quindi effetti comunicativi) molto

Il Nostro Luogo

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Se voglio stimolare la condivisione devo avere il luogo adatto, ci devono essere condizioni ideali. Il paese dove sono nato ha una caratteristica particolare, non è un paese. Ha un nome ma sostanzialmente è un territorio diviso in 5-6 grosse frazioni. In un posto c’è la chiesa, in un altro c’è il comune, in mezzo a queste frazioni ci sono terreni agricoli.  Manca il luogo della condivisione che sostanzialmente significa mettere insieme e dividere allo stesso tempo o meglio, dividere equamente quello che prima è stato messo in comune. Per poter fare questo è necessario creare il luogo adatto a questo proposito. Nonostante ci siano persone motivate a condividere serve uno spazio, anche virtuale, nel quale sia possibile creare le condizioni necessarie ed essenziali per partecipare. La condivisione oggi deve essere  partecipazione comune ad un progetto e questa partecipazione deve essere rivelatrice della tensione d’insieme che nasce dall’esperienza che affratella. In questo luogo tutti sono d’accordo, non nel senso che tutti la pensano allo stesso modo ma nel senso che tutti sono concordi nel ritenere essenziale e nel rispettare il