Mese: Febbraio 2018

Comunicare senza parole

comunicare senza parole - il blog del dottormic -

Ogni volta che prendo in braccio mio figlio appena nato mi rendo conto che sto impiegando gran parte delle mie energie per risolvere un problema di comunicazione. Sono sicuro che ha tante cose da dirmi: ha fame, mal di pancia, è contento, infastidito da qualcosa, vuole dormire o essere coccolato. Come si fa a capire tutte queste cose? Sposto la mia attenzione dai movimenti alle espressioni, osservo, mi concentro per cercare di capire se un atteggiamento si ripete, poi provo e poi cambio a seconda di come va, di cosa ottengo. A volte riesco a capire esattamente cosa vuole a volte no e lui si calma ma poi immediatamente ricomincia come prima. E così resto qui aspettando che cresca e che impari i primi rudimenti di comunicazione. Poi però penso che una volta che avrà imparato a parlare comincerà a scegliere con attenzione quello che vorrà comunicare e quello che, al contrario, deciderà di tenere per sé e forse, anzi certamente, le cose saranno più complicate di come sono ora. Quando sono in studio con i pazienti a volte mi

Duecento!

duecento - il blog del dottormic-

E sono 200. Valentina, che si occupa della veste grafica e della pubblicazione di tutto quello che scrivo, mi ha fatto notare che siamo arrivati all’articolo numero 200. Ogni volta che vedo questi numeri mi viene in mente la domanda che mia sorella mi fa ogni tanto: ma dove trovi i contenuti per scrivere gli articoli ogni settimana? Io rispondo con un’altra domanda: di cosa parli con tuo marito, con la mamma, con altri parenti, con gli amici e con tutte le persone con le quali vieni in contatto ogni giorno? Perché da quando ho iniziato a scrivere ho pensato di riportare sugli articoli niente di più e niente di meno di quello che sono abituato a dire con tutte le persone che mi circondano. Una specie di chiacchiera continua e potenzialmente infinita. Certo, come tutte le chiacchiere tra amici, può essere leggera, ironica, magari fine a sé stessa oppure terribilmente seria e impegnata. non mi è mai capitato di non sapere cosa dire in una conversazione tra amici o colleghi o conoscenti. A volte riporto degli spunti che mi

Siamo sensibili ai vostri dati

siamo sensibili ai vostri dati - l blog del dottormic -

Ieri ho passato una intera mattinata insieme a mio cognato Paolo che si occupa del sistema di gestione dello studio. Abbiamo organizzato una riunione con Paolo, il titolare dell’azienda che si occupa della fornitura di tutti i sistemi informatici, con Valentina che da qualche hanno trasforma in immagini tutti i progetti di comunicazione che riguardano lo studio e con due avvocati che si occupano di privacy e delle conseguenti normative che interessano la gestione dei dati sensibili dei pazienti. È stato un momento importante perché ci permetterà di gestire al meglio, secondo le leggi e le nuove regole, l’incredibile mole di informazioni di cui abbiamo bisogno per poter offrire i nostri servizi. Sembra scontato ma senza questi dati davvero non potremmo funzionare. Molti di questi dati si chiamano “sensibili” cioè sono informazioni che riguardano la sfera personale e privata dei pazienti e che sono necessari per gestire al meglio la comunicazione e la cura. Sono informazioni importanti e sono molto utili ma, se dovessero cadere in mani sbagliate, potrebbero essere utilizzate in maniera impropria costituendo una vera invasione nella sfera

Primo Soccorso in Studio

primo soccorso in studio - il blog del dottormic -

Ieri abbiamo iniziato in studio un corso sulle manovre di primo soccorso da mettere in pratica in studio in caso di emergenza. Vediamo tantissimi pazienti ogni giorno e la possibilità che qualcuno si senta male o abbia qualche problema di salute che non riguarda direttamente la bocca è sempre presente. Iniziamo il corso e scopriamo subito che statisticamente, la maggior parte delle emergenze che riguardano i pazienti in studio accade in sala d’attesa. La maggior parte delle persone si sente male mentre aspetta di andare dal dentista. A dire il vero questa notizia mi ha stupito ma non più di tanto, infatti dalla mia esperienza posso solo confermare il fatto che i pazienti dello studio hanno avuto problemi la maggior parte delle volte (poche per fortuna) proprio in sala d’attesa. La tensione e l’ansia hanno il sopravvento. E come sempre non posso che pensare a quanto in questo caso siano utili le parole. Bisogna essere chiari, spiegare quello che facciamo ma anche spiegare quello che faremo la prossima volta. So che le persone non gradiscono il fatto di non sapere

Salute Semplice

salute semplice - il blog del dottormic -

Occuparsi della propria salute è semplice. Lasciamo perdere complesse discussioni sull’origine etimologica della parola semplice e concentriamoci sul significato. Semplice significa piegato una sola volta. Quindi non complesso e soprattutto non difficile. Ma comunque rimane il fatto che è piegato almeno una volta e che, per essere compreso deve essere appunto spiegato. Cosa vuol dire tutto ciò e soprattutto cosa centra con la nostra salute. Perché appunto occuparsi della propria salute è semplice se sai come farlo o meglio se qualcuno te lo spiega (quindi se ti aiuta a togliere la piega). Semplice non significa automatico o scontato o inutile o facile. Noi possiamo fare la metà del lavoro, possiamo aiutare educando alle buone abitudini e alle pratiche più correte ma l’altra metà del lavoro la devono fare i pazienti. Vogliamo condividere con voi un percorso. È come se N.O.I. fossimo stati in un posto bellissimo e avessimo deciso di tornare indietro per prendervi per mano e accompagnarvi nello stesso luogo. Possiamo fare il cammino verso la buona salute con voi ma non al vostro posto. Se siete pronti per