Ieri abbiamo iniziato in studio un corso sulle manovre di primo soccorso da mettere in pratica in studio in caso di emergenza.
Vediamo tantissimi pazienti ogni giorno e la possibilità che qualcuno si senta male o abbia qualche problema di salute che non riguarda direttamente la bocca è sempre presente. Iniziamo il corso e scopriamo subito che statisticamente, la maggior parte delle emergenze che riguardano i pazienti in studio accade in sala d’attesa. La maggior parte delle persone si sente male mentre aspetta di andare dal dentista.
A dire il vero questa notizia mi ha stupito ma non più di tanto, infatti dalla mia esperienza posso solo confermare il fatto che i pazienti dello studio hanno avuto problemi la maggior parte delle volte (poche per fortuna) proprio in sala d’attesa. La tensione e l’ansia hanno il sopravvento. E come sempre non posso che pensare a quanto in questo caso siano utili le parole. Bisogna essere chiari, spiegare quello che facciamo ma anche spiegare quello che faremo la prossima volta.
So che le persone non gradiscono il fatto di non sapere a cosa andranno incontro. La nostra mente odia i vuoti, se noi non siamo capaci di riempirli con le informazioni corrette allora lo fa il nostro cervello immaginandosi di tutto e spesso di peggio.
Da qui comincia la scalata verso le vette dell’ansia che come punto di arrivo, per alcune persone più sensibili, avrà un problema di salute generale: tachicardia, respiro affannoso, sudorazione, agitazione.
Se volete sapere qualcosa, se volete conoscere quello che faremo nella seduta successiva, se avete bisogno di ulteriori spiegazioni avete solo una cosa da fare: chiedere e le parole faranno il resto.
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