A Natale ci si fanno i regali. È una tradizione. Risale fino agli antichi romani, per poi consolidarsi in epoca cristiana (i Re Magi hanno portato regali incredibili a Gesù bambino) e proseguire nel medioevo con San Nicola, di origine ortodossa, diventato Santa Claus per gli americani. Ma le tradizioni probabilmente sono tante altre. Diverse, così come sono diverse le culture da cui nascono. A me personalmente interessa poco sapere la vera origine o anche stare a dibattere sul Natale come puro inno al consumismo. Perché per me il Natale è sempre stato il momento dell’anno in cui ritrovare se stessi e condividere, attraverso un regalo ad amici e parenti, la gioia e la serenità ritrovate.\r\n
Ci si ferma per un giorno, ci si guarda intorno e si scoprono tutte le persone vicine e si riparte per nuove avventure. I regali servono a testimoniare quanto stiamo bene con noi stessi e con il mondo. Non a testimoniare quanto ci sta simpatico il mondo e le persone che ci vivono. Una volta ho sentito che il passato è passato e non ha più niente a che vedere con il tempo che viviamo. Il futuro invece è un tempo che nessuno può definire e conoscere neanche lontanamente. Il presente invece è un dono e infatti si chiama “presente” che è un regalo che noi facciamo quando andiamo a trovare qualcuno.
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Il presente è un dono che viene fatto prima di tutto a noi stessi. Abbiamo la fortuna di vivere nel presente solo per il fatto che ci svegliamo ogni mattina. Sfruttiamo questo dono. Tutti i giorni e non solo il giorno di Natale, dovremmo pensare a quanto ci viene offerto. A Natale facciamo i nostri regali con lo stesso spirito!
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Ricordiamoci di quello che noi abbiamo ricevuto e cerchiamo di far capire con i nostri doni la bellezza di avere ogni giorno un dono più grande, quello della nostra vita.