A nessuno piace parlare di errori, soprattutto quando gli errori sono i propri. Come sapete, se di una cosa se ne parla poco o se non si conosce, è allora che io cerco di parlarne. Quindi oggi parlo di errori. Non necessariamente devo parlare di errori irrecuperabili o di disastri con danni incalcolabili, mi basta parlare di tante piccole situazioni che possono accadere ogni giorno, in cui capita di sbagliare, con le quali dobbiamo fare i conti e che dobbiamo imparare a gestire se vogliamo davvero migliorare la qualità della nostra vita e quella di chi vive, lavora e, in generale, ha a che fare con N.O.I. Secondo il mio parere ci sono tre punti essenziali quando parliamo di questo tema.\r\n
Innanzitutto dobbiamo imparare a riconoscere ed ammettere l’errore.\r\nNon è semplice ammettere di avere sbagliato ma ancora più difficile, a volte, è scoprire di averlo fatto. Ci sono occasioni in cui siamo convinti di avere agito nel modo giusto e andiamo avanti per la nostra strada e non ci accorgiamo del fatto che il nostro comportamento sta danneggiando qualcun altro. La soluzione in questo caso sarebbe semplice: basterebbe che la persona che ha subito le conseguenze del nostro errore ce lo dicesse e si sentisse libera di farlo nel modo più diretto e corretto possibile. A quel punto noi dovremmo accogliere le sue parole come un regalo che ci viene offerto per poterci rendere conto di qualcosa che abbiamo fatto, magari senza nemmeno rendercene conto, che ha influito sulla qualità della sua vita.
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Dobbiamo imparare ad ammettere che si può sbagliare e si sbaglia se si vuole cambiare, in meglio.\r\nDirettamente collegata a quanto detto sopra c’è la seconda considerazione. Per imparare ad ammettere un errore per prima cosa dobbiamo ammettere che si possa sbagliare e che lo sbaglio sia una cosa naturale e di cui non vergognarsi. L’errore è il motore dell’evoluzione in qualsiasi campo. L’errore può portare ad un insuccesso temporaneo ma l’incapacità di ammetterlo può portare al fallimento di un’intera vita. Ogni volta che sbagliamo ci viene offerta la possibilità di imparare e di poter ripartire ad un livello più alto del precedente.
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In caso di errore dobbiamo cercare la causa e non il colpevole.\r\nSicuramente dà una certa soddisfazione poter trovare il colpevole di un errore e magari utilizzarlo per scaricare tutta la frustrazione per qualcosa che non è andato come doveva andare. Ma ci è utile? In realtà non è utile per niente. Diversamente sarebbe molto più pratico cercare di trovare la causa dell’errore e mettersi subito al lavoro in prima persona per trovare un modo di eliminare la situazione che ha portato allo sbaglio.
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Lavoriamo tutti i giorni e siamo consapevoli che possiamo sbagliare. Progettiamo, ci assumiamo responsabilità, pianifichiamo e alla fine ci prendiamo tempo per analizzare e scoprire dove abbiamo sbagliato e cercare di migliorare sempre.\r\nSbaglio?