Oggi è la giornata mondiale di non so che cosa. L’ho appena sentito per radio, ho anche cercato di ascoltare qualche commento ma non mi ricordo davvero di cosa stavano parlando. Del resto so per certo che ieri era la giornata mondiale di qualcos’altro ed era anche la giornata europea di un argomento che non ricordo.
Ormai ci siamo abituati e forse assuefatti, alla celebrazione di questo tipo di giornate. Alcune sono più importanti e significative, altre a volte sembrano uno scherzo ma ormai il denominatore comune di queste celebrazioni è la bassa capacità di suscitare qualcosa di più di un commento divertito su un Social.
Certo, per alcuni operatori direttamente interessati a quell’argomento, le giornate saranno di capitale importanza ma per la maggior parte delle persone, che a volte è anche la parte di popolazione che subisce gli effetti discussi in quel giorno, l’argomento rimane sottotraccia e non lascia alcun segno, alcuna evidenza di un piccolo cambiamento nel modo di pensare o di conoscere il mondo che ci circonda.
C’erano 365 posti disponibili per questo tipo di celebrazioni, anche meno se si pensa che alcuni giorni già erano dedicati a celebrazioni particolari. C’erano tutti questi giorni e sono stati occupati e poi sono stati rioccupati, infatti a volte le giornate sono doppie! Risultato: l’effetto contrario. L’eccesso di informazione genera confusione e la confusione ha sempre come effetto principale quello di allontanare chi ascolta dalla fonte del messaggio. È un meccanismo innato che serve a proteggerci dall’eccesso di informazioni in entrata nel nostro cervello.
L’eccesso non fa mai bene a niente e a nessuno. La soluzione? Non badiamo più alle giornate che servono a riempire qualche editoriale per radio o in televisione. Scegliamo noi la giornata che fa al caso nostro e proviamo a vivere quella e solo quella come se fosse importante e significativa. Oppure potremmo pensare ad una giornata per discutere l’inutilità di avere così tante giornate, ma non funzionerebbe (vedi sopra).