Oggi fa ancora caldo. Molto caldo. È quasi impossibile pensare di fare qualcosa, non si resiste. E allora, essendo in vacanza, conviene darsi per vinti, evitare di lottare e lasciarsi sopraffare dall’ozio. E qui sta il bello.
Se pensiamo all’ozio in accezione moderna, non possiamo che confermare quel significato un po’ negativo di un tempo trascorso nel totale non fare nulla e nella noia sperando in un qualche veloce momento di divertimento. Il caldo sembra fatto apposta per assecondare la legittima intenzione di stare su un lettino in una spiaggia più o meno affollata e caldissima, compilando cruciverba.
In realtà la parola ozio nasce con un significato ben diverso e per certi aspetti sorprendente. L’ozio infatti era il tempo che una persona (che appunto aveva finito il negotium o lavoro di tutti i giorni) dedicava ai propri studi, composizioni, speculazioni intellettuali.
Si può stare fermi, cessare la vita lavorativa, smettere di esercitare la propria professione, senza per questo, smettere di pensare, usare il proprio cervello alla ricerca di una ricarica difficile da ottenere quando siamo presi da mille attività. In questo senso anche l’ozio serve per coltivare qualcosa, fare un’attività, diventa utile. E ci suggerisce come, se vogliamo stare bene, non dobbiamo pensare a non fare nulla ma ad utilizzare meglio il nostro tempo.